Assoluzione per le ONG nel caso Iuventa, un verdetto a favore dell'umanità

Il processo Iuventa, che ha coinvolto le organizzazioni non governative Medici senza frontiere e Save the Children, si è concluso con l'assoluzione dei membri degli equipaggi della nave impegnata in operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. Gli imputati, che rischiavano fino a 20 anni di carcere per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sono stati prosciolti dal giudice di Trapani.

Un lungo viaggio verso la giustizia

Dopo sette anni di indagini, la giustizia ha finalmente pronunciato un verdetto chiaro: salvare vite in mare non costituisce reato. Questa mattina, il tribunale di Trapani ha messo fine a un'odissea durata sette anni. Il Giudice per l'udienza preliminare, confermando la richiesta della Procura in febbraio, ha disposto il non luogo a procedere, quindi il proscioglimento, per tutti gli imputati della nave Iuventa, con la formula "il fatto non sussiste".

Il costo della criminalizzazione della migrazione

Dopo due anni di oltre 40 udienze preliminari, questo caso si è rivelato il più lungo, costoso e vasto procedimento contro le ONG di ricerca e soccorso, un esempio emblematico dei grandi sforzi compiuti dalle autorità per criminalizzare la migrazione. La nave Iuventa, rimasta a marcire sotto sequestro, è costata 3 milioni di euro allo Stato italiano, in attesa che la giustizia dimostrasse la tesi utilizzata dai partiti di centrodestra per coniare slogan anti-immigrazione da sfruttare alle urne.

La leggenda dei taxi del mare

La leggenda dei taxi del mare è stata smentita. Dopo sette anni, si chiude la vicenda della nave Iuventa. Una vera e propria invenzione, ad opera di ex agenti infiltrati sulla nave in cerca di un posto al sole nella Lega e in Fratelli d’Italia, che hanno poi fatto un passo indietro, ammettendo che l’unico interesse delle ong era quello di salvare vite.

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