Mercato auto Italia: i modelli più venduti ad aprile 2024. Classifica per alimentazione

HDmotori ECONOMIA

Aprile 2024 è stato un mese positivo per il mercato auto italiano. Dopo il calo di marzo, lo scorso mese le immatricolazioni sono tornate a salire. Aprile ha quindi chiuso con un incremento del 7,5% per un totale di 135.353 auto immatricolate. Andando ad analizzare più da vicino i dati del mese sulle alimentazioni, i modelli a benzina hanno ottenuto 43.229 immatricolazioni contro le 37.188 del 2023. (HDmotori)

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Lo ha comunicato il MIT spiegando che i trasferimenti di proprietà sono stati 446.631 a fronte di 370.132 passaggi registrati ad aprile 2023, con un aumento del 20,67%. Ad aprile sono state immatricolate 135.353 autovetture a fronte delle 125.884 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad un aumento del 7,52%. (LA STAMPA Finanza)

Dopo la battuta d’arresto di marzo, tornano a crescere le vendite sul mercato auto italiano. (Corriere Adriatico)

ROMA – Torna a salire il mercato dell’auto in Italia, anche grazie a due giornate lavorative in più, che segna ad aprile una crescita del 7,5% con 136.920 vetture rispetto alle 127.346 dello stesso mese del 2023. (la Repubblica)

Cosa dicono, o meglio come si spiegano, i blandi numeri del mercato auto 2024 in Italia? A oggi, maggio, mentre fioccano le novità di modelli dalle Case, gli incentivi nuovi non sono ancora operativi (un caso?) ma con due giorni lavorativi aggiuntivi nell’aprile 2024, rispetto al 2023, il mercato dell’auto Passenger Cars torna al segno più. (missionline)

Sono 136.920 le auto immtricolate ad aprile 2024 (+7,5% rispetto il 2023) e, per quanto riguarda le vendite di ogni alimentazione, abbiamo: le ibride con 54.438 unità (ibride Mild e Full), benzina con 43.229, diesel (19.709), GPL (11.635), ibride Plug-In (4.482), elettriche (3.208, in calo del -19,6% soprattutto a causa degli incentivi) e metano (219). (Automoto.it)

In Italia però fanno buoni risultati i marchi Citroen e Jeep Ma l’auto elettrica resta ferma al 2,3% delle quote. (Milano Finanza)