Assoporti tra vecchio e nuovo. Ipotesi Pasqualino Monti come discontinuità
L’alternativa sembra essere tra Merlo (Genova) e Monti (Civitavecchia) con una proposta di due vicepresidenti “pesanti”
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Roma,
(informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)
Assoporti alla ricerca di un accordo interno che non costringa ad arrivare a un’assemblea elettiva per il successore di Francesco Nerli alla presidenza.
I tre “saggi” incaricati di sondare i presidenti di tutte le varie Autorità portuali hanno raccolto al momento due indicazioni alternative: da una parte il blocco che fa capo allo stesso Nerli, che ha proposto come successore il presidente della Port Authority di Genova Luigi Merlo; dall’altra il gruppo dei critici della presidenza che ormai scade (ma che nessuno comunque vuol definire “scadente” nell’altra accezione del termine) più propensi a una presidenza di Pasqualino Monti (Civitavecchia) per motivi sia di età, sia di vicinanza geografica, sia infine di minore peso del proprio porto. Per lunga tradizione Assoporti ha sempre evitato di avere alla presidenza il porto più importante d’Italia per non cumulare due poteri.
Interessante, nella proposta che punta su Pasqualino Monti, l’idea di far governare Assoporti da una triade (o trinità, come meglio si gradisce) nella quale il presidente dovrebbe essere affiancato da due vicepresidenti con ampie deleghe specialistiche: Giuliano Gallanti, attuale presidente di Livorno, con la delega ai rapporti con l’Europa; Lorenzo Forcieri con quella dei rapporti con il governo nazionale e il parlamento. Se dovessimo esaminare le cose in base al manuale Cencelli, potremmo dire che nella soluzione Monti/Gallanti/Forcieri ci sarebbe una compensazione tra un presidente di centrodestra e due vice di sinistra. Ma tutti spergiurano che non c’è la politica alla base dell’operazione.
Negli incontri tra i “saggi” e i vari presidenti consultati, si è parlato anche dell’ipotesi avanzata dal governo per la “spending review”, ovvero del taglio delle Autorità portuali concentrandole per sistemi. Ovviamente – e come poteva essere diverso – Assoporti è contraria e difende con i denti l’attuale numero delle Autorità portuali, Ma promette di parlarne senza pregiudizi nell’assemblea che è già in programma per fine giugno quando, con la proclamazione del nuovo presidente, interverrà il rappresentante del governo ingegner Ciaccia. Nell’ipotesi ovviamente che a livello di governo sia stato deciso qualcosa in merito e non ci si sia fermati alle chiacchiere.
Fonte: lagazzettamarittima.it
I tre “saggi” incaricati di sondare i presidenti di tutte le varie Autorità portuali hanno raccolto al momento due indicazioni alternative: da una parte il blocco che fa capo allo stesso Nerli, che ha proposto come successore il presidente della Port Authority di Genova Luigi Merlo; dall’altra il gruppo dei critici della presidenza che ormai scade (ma che nessuno comunque vuol definire “scadente” nell’altra accezione del termine) più propensi a una presidenza di Pasqualino Monti (Civitavecchia) per motivi sia di età, sia di vicinanza geografica, sia infine di minore peso del proprio porto. Per lunga tradizione Assoporti ha sempre evitato di avere alla presidenza il porto più importante d’Italia per non cumulare due poteri.
Interessante, nella proposta che punta su Pasqualino Monti, l’idea di far governare Assoporti da una triade (o trinità, come meglio si gradisce) nella quale il presidente dovrebbe essere affiancato da due vicepresidenti con ampie deleghe specialistiche: Giuliano Gallanti, attuale presidente di Livorno, con la delega ai rapporti con l’Europa; Lorenzo Forcieri con quella dei rapporti con il governo nazionale e il parlamento. Se dovessimo esaminare le cose in base al manuale Cencelli, potremmo dire che nella soluzione Monti/Gallanti/Forcieri ci sarebbe una compensazione tra un presidente di centrodestra e due vice di sinistra. Ma tutti spergiurano che non c’è la politica alla base dell’operazione.
Fonte: lagazzettamarittima.it
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