CARTE CICLOSTINATE DI SANDRO SARDELLA
MARTEDI’ 7 FEBBRAIO 2012 ore 20:45, CIRCOLO “L’AVVENIRE”, Piazza del Milite Ignoto Sant’Ambrogio – Varese.
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Varese,
(informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)
MARTEDI’ 7 FEBBRAIO 2012 ore 20:45
CIRCOLO “L’AVVENIRE”
Piazza del Milite Ignoto Sant’Ambrogio – Varese
CARTE CICLOSTINATE DI SANDRO SARDELLA
trent’anni di volantini metalmeccanici e postali
diffusi ai cancelli, tra i casellari e negli spazi di lavoro
percorsi da
Gisa Legatti (Istruzioni per l’uso)
Andrea Giacometti (varesereport.it)
Gian Marco Martignoni (CGIL Varese)
www.abrigliasciolta.it
secondo segnale del pensiero itinerante e corale
Sandro Sardella è l’artista del segno.
L’ha lasciato in noi per primo.
Gli abbiamo dedicato la collana “segnali” con l’ambizione di raccogliere tutto il lavoro d’artista, cioé chi vede e si esprime nella sua forma comunicativa: il segno.
La (sua) pittura e la (sua) scrittura sono fatte degli altri.
Ma prima di tutto la sua azione, quella di cui siamo fatti, quella in cui crediamo da “editori cocciuti”: un lavoro rigoroso e sobrio sulla concezione e diffusione di volumi che lancino un segnale.
Introducemmo il primo”Fiori di carta” (2010) con l’avvertenza: “Segnali è la collana del pensiero itinerante abrigliasciolta. Incontro con artisti del segno quotidiano e con forme espressive intessute nel percorso umano. Forme che conformano la poetica dell’altro segno nel prossimo nostro.”
Questo secondo esempio corona il nostro sogno di raccogliere il lavoro intellettuale (inteso come attualizzazione speculativa di pensieri ed azioni) che Sandro dal 1977 ad oggi ha reso a noi, prossimo suo.
Troppo umile per accogliere l’appello di persone che in lui confidano per vedere altro.
Ogni volta che incontra i carcerati, questi lo accolgono come una rivelazione.
Proprio come accadeva alla Gilera quando distribuiva i suoi volantini in fabbrica.
Proprio come accadeva alle Poste di Varese (e continua ad accadere).
Sandro ha attraversato questi decenni con la curiosità di capire cosa accadeva intorno a lui. Nel bene e nel male.
La sua scrittura operaia (ma la sua pittura non è da meno) attraversa la vita, perché parte dal concetto di vivere il lavoro.
Per questo gli vien così bene esprimersi con l’arte, grazie alla quale, peraltro, riesce a decomporre tutto ciò che incontra: il punto comune tra i volantini, le poesie e i suoi “fuori busta” è che c’è sempre un elemento quotidiano. Sia un giornale, un libro, una busta da lettera, una fotografia, la locandina di un film, o il volantino di uno spettacolo teatrale (meglio se civile), una dichiarazione pubblica, Sandro si documenta, si informa e trasforma quell’oggetto in parte integrante dell’opera che genera.
E’ fatto degli altri che compongono come un patchwork la sua opera, che sia un volantino, una poesia, un “fuori busta” fino alla sua produzione di arte visiva, sempre “scritta”. Decostruisce la nostra realtà ricomponendola, sperimentandola ed esprimendola.
L’opera di Sandro è quanto di più deriddiano abbiamo “prodotto e diffuso” finora, perché ha l’umiltà di non trascurare mai il riferimento da cui attinge, di chiedergli sempre il permesso, di ringraziarlo per avergli concesso di farlo suo.
E’ istruttivo lo scambio che intrattiene con i suoi compagni di avventura corale, quelli che abbiamo avuto per la seconda volta l’opportunità di pubblicare grazie a lui, quelli da cui “saccheggia” come lui stesso precisa. Sandro, ancora nel 2011, usa di base una forma di comunicazione diretta: come in fabbrica distribuiva ad personam i suoi volantini, implementandoli con il suo essere umano pensante, così ancora oggi concepisce il fare un libro: poche copie, distribuite brevi manu.
Una vera rivoluzionaria forma di “B2B”, direbbero i mercanti.
Una semplice rivoluzionaria forma di comunicazione interpersonale, l’unica intramontabile arte che raggiunga il prossimo.
Soprattutto, quando l’arte della “novità prensile sorridente” (saccheggiamo Corrado Levi anche noi) è responsabilmente civile verso gli “operai marchiati” verso le “rappresentanze sindacali”, contestando non solo il potere, ma anche il contropotere. Forse connivente, sicuramente funzionale. (NDE)
MARTEDI’ 7 FEBBRAIO 2012 ore 20:45
CIRCOLO “L’AVVENIRE”
Piazza del Milite Ignoto Sant’Ambrogio – Varese
CARTE CICLOSTINATE DI SANDRO SARDELLA
trent’anni di volantini metalmeccanici e postali
diffusi ai cancelli, tra i casellari e negli spazi di lavoro
percorsi da
Gisa Legatti (Istruzioni per l’uso)
Andrea Giacometti (varesereport.it)
Gian Marco Martignoni (CGIL Varese)
www.abrigliasciolta.it
secondo segnale del pensiero itinerante e corale
Sandro Sardella è l’artista del segno.
L’ha lasciato in noi per primo.
Gli abbiamo dedicato la collana “segnali” con l’ambizione di raccogliere tutto il lavoro d’artista, cioé chi vede e si esprime nella sua forma comunicativa: il segno.
La (sua) pittura e la (sua) scrittura sono fatte degli altri.
Ma prima di tutto la sua azione, quella di cui siamo fatti, quella in cui crediamo da “editori cocciuti”: un lavoro rigoroso e sobrio sulla concezione e diffusione di volumi che lancino un segnale.
Introducemmo il primo”Fiori di carta” (2010) con l’avvertenza: “Segnali è la collana del pensiero itinerante abrigliasciolta. Incontro con artisti del segno quotidiano e con forme espressive intessute nel percorso umano. Forme che conformano la poetica dell’altro segno nel prossimo nostro.”
Questo secondo esempio corona il nostro sogno di raccogliere il lavoro intellettuale (inteso come attualizzazione speculativa di pensieri ed azioni) che Sandro dal 1977 ad oggi ha reso a noi, prossimo suo.
Troppo umile per accogliere l’appello di persone che in lui confidano per vedere altro.
Ogni volta che incontra i carcerati, questi lo accolgono come una rivelazione.
Proprio come accadeva alla Gilera quando distribuiva i suoi volantini in fabbrica.
Proprio come accadeva alle Poste di Varese (e continua ad accadere).
Sandro ha attraversato questi decenni con la curiosità di capire cosa accadeva intorno a lui. Nel bene e nel male.
La sua scrittura operaia (ma la sua pittura non è da meno) attraversa la vita, perché parte dal concetto di vivere il lavoro.
Per questo gli vien così bene esprimersi con l’arte, grazie alla quale, peraltro, riesce a decomporre tutto ciò che incontra: il punto comune tra i volantini, le poesie e i suoi “fuori busta” è che c’è sempre un elemento quotidiano. Sia un giornale, un libro, una busta da lettera, una fotografia, la locandina di un film, o il volantino di uno spettacolo teatrale (meglio se civile), una dichiarazione pubblica, Sandro si documenta, si informa e trasforma quell’oggetto in parte integrante dell’opera che genera.
E’ fatto degli altri che compongono come un patchwork la sua opera, che sia un volantino, una poesia, un “fuori busta” fino alla sua produzione di arte visiva, sempre “scritta”. Decostruisce la nostra realtà ricomponendola, sperimentandola ed esprimendola.
L’opera di Sandro è quanto di più deriddiano abbiamo “prodotto e diffuso” finora, perché ha l’umiltà di non trascurare mai il riferimento da cui attinge, di chiedergli sempre il permesso, di ringraziarlo per avergli concesso di farlo suo.
E’ istruttivo lo scambio che intrattiene con i suoi compagni di avventura corale, quelli che abbiamo avuto per la seconda volta l’opportunità di pubblicare grazie a lui, quelli da cui “saccheggia” come lui stesso precisa. Sandro, ancora nel 2011, usa di base una forma di comunicazione diretta: come in fabbrica distribuiva ad personam i suoi volantini, implementandoli con il suo essere umano pensante, così ancora oggi concepisce il fare un libro: poche copie, distribuite brevi manu.
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Soprattutto, quando l’arte della “novità prensile sorridente” (saccheggiamo Corrado Levi anche noi) è responsabilmente civile verso gli “operai marchiati” verso le “rappresentanze sindacali”, contestando non solo il potere, ma anche il contropotere. Forse connivente, sicuramente funzionale. (NDE)
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