Comunicato ufficiale dei comitati uniti di Sannazzaro, Mezzana Bigli, Ferrera Erbognone e Lomello

Il comitato La Nostra Sannazzaro, il Comitato #nodiscaricamianto Mezzana Bigli, il Comitato Ambiente Ferrera Erbognone e il Comitato per Lomello si oppongono ail progetto della discarica di amianto in progetto nel comune di Ferrera Erbognone (Pavia).
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Mezzana Bigli, (informazione.it - comunicati stampa - ambiente) Il comitato La Nostra Sannazzaro, il Comitato #nodiscaricamianto Mezzana Bigli, il Comitato Ambiente Ferrera Erbognone e il Comitato per Lomello emergono sempre più come attori importanti del territorio lomellino.
L’obiettivo dei comitati è contrastare in tutti i modi possibili, nell’ambito della legalità e della prassi democratica, il folle progetto della mega-discarica di amianto che rischia di nascere nel comune di Ferrera Erbognone. In questo frangente i comitati hanno dimostrato di saper informare e coinvolgere la gente, (essendo loro stessi espressione spontanea della gente), di far ascoltare le proprie argomentazioni alla politica (amministratori locali, provinciali e regionali) e di saper tenere viva l’attenzione dei media sulla questione (diverse presenze in televisione, frequenti articoli sui giornali, etc). Questa capacità ha avuto come esito diretto il compattamento del fronte del NO alla discarica.
Se un anno fa il progetto discarica non sembrava avere di fronte a sé grossi impedimenti alla sua realizzazione, in questo momento la bilancia pende senz’altro dall’altra parte, il fronte del no si sta ingrandendo e esprimendo con sempre maggiore forza e credibilità.

Questo è emerso il 1 dicembre dall’assemblea del Clir, occasione in cui i Sindaci che dovevano votare – quasi all’unanimità – l’ingresso del consorzio nell’affare discarica (con la società Acta), non si sono dimostrati così unanimi come il CDA del Clir si aspettava, dato che, oltre a chi fin dall’inizio si era dichiarato contrario, in diversi paesi l’opinione pubblica aveva manifestato la propria contrarietà con grande determinazione, inducendo i propri sindaci a rivedere le proprie posizioni. E di certo non ci si aspettava che diverse decine di persone, coi giornalisti al seguito, quella stessa sera manifestassero rumorosamente (e pacificamente) sotto palazzo Cambieri con pentole e mestoli portati da casa, denunciando la propria indignazione come nel cacerolazo degli indignados spagnoli.
Morale della favola, votazione rimandata in un primo tempo al 25 gennaio, ma ora rimandata a data da destinarsi.

Altra occasione recentissima in cui i comitati antidiscarica hanno coinvolto più livelli della società è stata il convegno dello scorso 13 gennaio a Sannazzaro de Burgondi, presso la biblioteca civica.
In quest’occasione, oltre che a dare voce al dissenso al progetto discarica, si è tentato di più: fare informazione tecnica e scientifica. Si è parlato di metodi alternativi alle discariche per lo smaltimento dell’amianto (Dr. Claudio Pizzolo dell’associazione Vigevano Sostenibile), degli aspetti economici delle discariche che espongono al rischio di business spietati o di infiltrazioni mafiose (Dr. Gin Martinez del Comitato per Lomello), del caso di Broni come esempio emblematico della pericolosità dell’amianto (Silvio Mingrino, presidente di Avani) e della delicata situazione della Lomellina dal punto di vista dell’igiene ambientale (prof. Ermenegildo Zecca dell’Università di Pavia).
L’adesione è stata di certo straordinaria, non si ricordano altre occasioni in cui la biblioteca di Sannazzaro fosse così piena: cittadini comuni, politici (locali, provinciali e regionali), giornalisti della tv e della carta stampata (abbiamo avuto anche la diretta twitter). Il pubblico si è dimostrato molto caldo ed ha dato vita, dopo gli interventi, ad un dibattito piuttosto infuocato. Non è mancato lo scontro politico, a tratti eccessivo, ma di certo indicativo del fatto che ogni parte politica intende esprimere la sua contrarietà alla progetto. Tutti contrari, tranne il solito sindaco di Mede Lorenzo Demartini, che ha ripetuto ancora la teoria della discarica come un’operazione conveniente per il territorio, a cui ormai credono ancora in pochi, forse solo chi dall’operazione ci guadagnerà davvero dei soldi, ma sono di certo pochi. lode comunque al coraggio di Demartini per aver accettato l’invito a differenza di altri.

I comitati con questa iniziativa hanno voluto fare un salto di qualità sul livello della comunicazione, e gli sarà perdonato se la gestione degli strumenti tecnici e la moderazione della serata poteva essere fatta meglio.
I giorni successivi al convegno i giornali hanno riportato la cronaca della serata con grande risalto, mettendone in luce la portata culturale, e dimostrando che dell’argomento discarica l’opinione pubblica non ha assolutamente intenzione di disinteressarsi.
A proposito dei giornali è però opportuno fare chiarezza su un punto: è stato riportato che il Prof. Zecca durante il suo intervento, avrebbe dichiarato quanto segue: «In mancanza di una conoscenza specifica degli elementi tossici che già gravano sul territorio, perché non attendere le nuove tecnologie per smaltire l’amianto? Potremmo lasciarlo ancora sui tetti: se non sbriciolato, non sarebbe un pericolo». In realtà il professor non ha fatto accenno alle nuove tecnologie di smaltimento, non essendo egli un esperto in tale settore, ne tanto meno ha affermato che è meglio lasciare le lastre di cemento-amianto sui tetti. Ha invece risposto alla domanda del Sindaco Maggi di Sannazzaro, che chiedeva se era opportuna la bonifica dei tetti oppure no, dicendo che è senz’altro opportuna, dato che le piogge acide potrebbero causarne il deterioramento e la dispersione delle fibre nell’aria.
La tesi fondamentale che è emersa potentemente dell’intervento del professore è stata che il servizio pubblico, nei suoi organi di governo e di controllo (Regione, Provincia, Comuni, Asl, Arpa, ecc) deve prendere in mano la situazione (e non lasciare in mano ad un privato), e procedere prima di tutto con un’indagine approfondita in termini scientifici sull’attuale stato di salute della Lomellina. Tale indagine dovrà esser il punto di partenza da cui valutare possibilità di altri insediamenti industriali ad alto impatto sull’ambientale e sulla salute come la discarica di amianto. In mancanza di questi dati tale progetto è una follia.
Sottointeso (questo lo aggiungono i comitati…) che dopo un’indagine di questo tipo fatta da tecnici imparziali, la possibilità di fare una discarica di amianto nel nostro territorio, già così gravato, sarebbe fantascienza.

In sostanza, la argomentazioni che sono emerse dal convegno sono state davvero molte e l’idea di dare un seguito attraverso un 2°convegno è piuttosto concreta. L’ipotesi del 3 febbraio che era circolata è decisamente azzardata, dato il lungo lavoro di preparazione che un evento simile richiede, e data la volontà dei comitati di migliorare ulteriormente la qualità raggiunta nel 1° convengo. Sarà data presto però adeguata comunicazione della prossima data e dei contenuti che verranno trattati.

Nel frattempo i comitati rivolgeranno la loro attenzione a ciò che succede all’interno del Clir che ha deciso durante il gruppo di lavoro con i sindaci, di rimandare ulteriormente la data della votazione per l’ingresso nel progetto, inizialmente stabilita il 25 gennaio. Anche questo continuo rimandare è di certo un indicatore che la realizzazione della discarica si fa sempre più improbabile.
Un appello a tutti i cittadini di fare la stessa cosa, di non perder d’occhio ciò che fanno i loro sindaci e gli organismi come il Clir, nel momento in cui decidono della nostra vita e di quella dei nostri figli.
Per maggiori informazioni
Contatto
Marco Basati
COMITATO NO #DISCARICAMIANTO MEZZANA BIGLI
Mezzana Bigli (Pavia) Italia
[email protected]