Prescrizioni mediche e sostituibilità dei farmaci nei pazienti con patologie cardiovascolari
Durante il convengo AUDITA a Ivrea lo scorso 21 Giugno, il Prof. Vittorio Costa fa chiarezza sull’argomento con un focus su Ipertensione e Scompenso Cardiaco.
Comunicato Precedente
Comunicato Successivo
Milano,
(informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)
In campo di terapia cardiovascolare, gran parte dei farmaci sono stati genericati e per molte molecole esistono in commercio decine di farmaci generici. I farmaci cardiovascolari generici sono anch’essi
esentati dalla dimostrazione di efficacia ma una metanalisi pubblicata su Jama nel 2008 ha sancito che dal punto di vista dell’efficacia clinica non sono diversi dai farmaci brand.
Tale metanalisi, tuttavia, presenta una serie di punti deboli, il principale dei quali è che molti degli studi fatti sono stati eseguiti in soggetti sani. Come si può valutare l’effetto antipertensivo di un
farmaco in un normoteso o l’effetto sullo scompenso in chi scompensato non è? I dati clinici in letteratura sono scarsissimi (proprio perché non richiesti dalle leggi vigenti) ma esistono alcuni studi sulle statine che confermerebbero la loro equivalenza terapeutica anche se, a un’analisi attenta, per alcuni si osserva che la numerosità dei campioni studiati è troppo scarsa e la deviazione standard troppo alta per consentire conclusioni attendibili.
Per i sartani poi non esiste un singolo studio di efficacia. La sostituzione in pazienti delicati come quelli con malattie cardiovascolare è quindi un’operazione la cui utilità è stata messa in dubbio da parecchi esperti e che oltretutto comporta dei costi. Va infatti ricordato che ogni cambio di terapia comporta la necessità di un aumento dei controlli clinici e laboratoristici. Nei soggetti ipertesi è stato calcolato che chi cambia terapia costa il 20% in più rispetto a chi non la cambia.
Dato che l’utilizzo dei farmaci generici viene fatto esclusivamente per ragioni economiche, questo dato deve essere sempre tenuto presente.
esentati dalla dimostrazione di efficacia ma una metanalisi pubblicata su Jama nel 2008 ha sancito che dal punto di vista dell’efficacia clinica non sono diversi dai farmaci brand.
Tale metanalisi, tuttavia, presenta una serie di punti deboli, il principale dei quali è che molti degli studi fatti sono stati eseguiti in soggetti sani. Come si può valutare l’effetto antipertensivo di un
farmaco in un normoteso o l’effetto sullo scompenso in chi scompensato non è? I dati clinici in letteratura sono scarsissimi (proprio perché non richiesti dalle leggi vigenti) ma esistono alcuni studi sulle statine che confermerebbero la loro equivalenza terapeutica anche se, a un’analisi attenta, per alcuni si osserva che la numerosità dei campioni studiati è troppo scarsa e la deviazione standard troppo alta per consentire conclusioni attendibili.
Per i sartani poi non esiste un singolo studio di efficacia. La sostituzione in pazienti delicati come quelli con malattie cardiovascolare è quindi un’operazione la cui utilità è stata messa in dubbio da parecchi esperti e che oltretutto comporta dei costi. Va infatti ricordato che ogni cambio di terapia comporta la necessità di un aumento dei controlli clinici e laboratoristici. Nei soggetti ipertesi è stato calcolato che chi cambia terapia costa il 20% in più rispetto a chi non la cambia.
Dato che l’utilizzo dei farmaci generici viene fatto esclusivamente per ragioni economiche, questo dato deve essere sempre tenuto presente.
Ufficio Stampa