La cultura medica antica viaggia su internet. Conferenza di Sandro Pellegrini e Guido Rovetta
Internet contribuisce alla conoscenza del libro di medicina di antichi medici recchesi, traendolo dall'oblio
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Chiavari,
(informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)
La cultura medica antica viaggia su internet
Conferenza di Guido Rovetta e Sandro Pellegrini
Coloro che il 29 aprile non hanno potuto trovare posto nella splendida saletta presidenziale della Biblioteca Economica di Chiavari - in realtà poco capiente - non hanno forse del tutto perduto la possibilità di assistere – nella stessa o in altra sede – alla rivisitazione de “IL CEVA” di Gioseppe Liceti.
Ed è un bene, perchè i medici di cui leggiamo nei libri antichi di medicina, come il Ceva di Gioseppe Liceti, non sono avatar deconnessi dal pensiero medico attuale, ma principio e origine di una meravigliosa avventura intellettuale che attraverso forme principalmente dialettiche ha condotto all'odierno metodo sperimentale.
E' destino dei libri di venire studiati e poi dimenticati, poi ripresi e riscoperti, mentre un occulto, preinformatico reference counting dà a ciascuno il suo.
Ceva e Della Torre, protagonisti del libro, dovevano limitarsi all'osservazione semplice, mancando loro il metodo sperimentale; perciò il loro dibattito sugli organi genitali oscilla fra geniali intuizioni anticipatorie e deduzioni bislacche, quando non grottesche.
Come prevedibile, senza bisogno di tecniche euristiche, qualche frase poi appare come criptata, anche se generalmente il linguaggio è piano, e chiarissimo poi nella parafrasi del prof. Guido Rovetta, Docente di Reumatologia nell'Università di Genova.
L'originale stampato nel 1598 è un libro dell'epoca : non può essere certo controllato per accuratezza in dot pitch ed è lungi dalla perfezione formale, ma non contiene errori sostanziali per il tempo. Il firewall invisibile che sembra proteggere questo libro, è principalmente orientato verso una possibile interferenza della Chiesa o del sapere Tradizionale contro le innovazioni degli studiosi.
La sorta di inverse engineering dell'epoca attraverso cui questi ricercatori cercano di capire il funzionamento degli organi sessuali partendo dalla loro assenza non sfigurerebbe in principio neppur oggi. Il rendering degli scheletri culturali è relativamente trasparente in questo trattato, che attinge alla forma dialogica per smussare gli angoli troppo acuti.
Quanto all'underware del Trattato, esso viene fortemente percepito dal lettore come una tenace ricerca della verità scientifica che urta però contro innumerevoli ostacoli sovrammessi.
Senza dover nulla mutuare da un rovesciato effetto slashdotting,o da altre tecniche di forzata diffusione o inibizione, le notizie su “IL CEVA” si sono diffuse nella rete con velocità sorprendente.
Nessun poke per il CEVA! Senza ricorrere al below the line o all'above the line, la visibilità trasversale del CEVA e dei suoi argomenti è spuntata spontaneamente.
Il notevole interesse intorno all'argomento, è testimoniato oltre che da innumerevoli thumbnail appiccicati qua e là nelle rete, anche dalle numerose richieste di copie del libro, che può comunque essere ottenuto gratuitamente dal Comune di Recco, Sponsor principale dell'iniziativa.
Non è mancato poi evidentemente qualche trolling, come sempre quando la diffusione nella rete riguarda argomenti culturali.
Ma il testo è cartaceo e la sua resilienza affidabile.
Così potremo sapere, ancora per lungo tempo, a che cosa attribuivono i medici del CEVA somiglianze e dissimiglianze famigliari. Internet ha portato un enorme contributo alla diffusione delle interessanti tesi del Ceva, sia attraverso comunicati stampa, che social networks ed altre forme agili di comunicazioni. Questa riunione ha permesso di raggiungere migliaia di interessati all'antica medicina.
Accessoriamente, gli appassionati lettori del Jargon File non potranno che apprezzare l'etichetta inappuntabile del 1598 e forse tenteranno di tradurla in forme moderne.
Nel CEVA il dialogo scorre piacevole, senza Lorem Ipsum o altre frattaglie di appoggio, e senza le interruzioni dell'altrui esposizione a cui ci ha assuefatto la televisione.
Una lezione di stile. Un merito accessorio per il dott. Pellegrini, studioso di storia patria, a cui si deve la riscoperta del Ceva.
gerardo malfoil
La cultura medica antica viaggia su internet
Conferenza di Guido Rovetta e Sandro Pellegrini
Coloro che il 29 aprile non hanno potuto trovare posto nella splendida saletta presidenziale della Biblioteca Economica di Chiavari - in realtà poco capiente - non hanno forse del tutto perduto la possibilità di assistere – nella stessa o in altra sede – alla rivisitazione de “IL CEVA” di Gioseppe Liceti.
Ed è un bene, perchè i medici di cui leggiamo nei libri antichi di medicina, come il Ceva di Gioseppe Liceti, non sono avatar deconnessi dal pensiero medico attuale, ma principio e origine di una meravigliosa avventura intellettuale che attraverso forme principalmente dialettiche ha condotto all'odierno metodo sperimentale.
E' destino dei libri di venire studiati e poi dimenticati, poi ripresi e riscoperti, mentre un occulto, preinformatico reference counting dà a ciascuno il suo.
Ceva e Della Torre, protagonisti del libro, dovevano limitarsi all'osservazione semplice, mancando loro il metodo sperimentale; perciò il loro dibattito sugli organi genitali oscilla fra geniali intuizioni anticipatorie e deduzioni bislacche, quando non grottesche.
Come prevedibile, senza bisogno di tecniche euristiche, qualche frase poi appare come criptata, anche se generalmente il linguaggio è piano, e chiarissimo poi nella parafrasi del prof. Guido Rovetta, Docente di Reumatologia nell'Università di Genova.
L'originale stampato nel 1598 è un libro dell'epoca : non può essere certo controllato per accuratezza in dot pitch ed è lungi dalla perfezione formale, ma non contiene errori sostanziali per il tempo. Il firewall invisibile che sembra proteggere questo libro, è principalmente orientato verso una possibile interferenza della Chiesa o del sapere Tradizionale contro le innovazioni degli studiosi.
La sorta di inverse engineering dell'epoca attraverso cui questi ricercatori cercano di capire il funzionamento degli organi sessuali partendo dalla loro assenza non sfigurerebbe in principio neppur oggi. Il rendering degli scheletri culturali è relativamente trasparente in questo trattato, che attinge alla forma dialogica per smussare gli angoli troppo acuti.
Quanto all'underware del Trattato, esso viene fortemente percepito dal lettore come una tenace ricerca della verità scientifica che urta però contro innumerevoli ostacoli sovrammessi.
Senza dover nulla mutuare da un rovesciato effetto slashdotting,o da altre tecniche di forzata diffusione o inibizione, le notizie su “IL CEVA” si sono diffuse nella rete con velocità sorprendente.
Nessun poke per il CEVA! Senza ricorrere al below the line o all'above the line, la visibilità trasversale del CEVA e dei suoi argomenti è spuntata spontaneamente.
Il notevole interesse intorno all'argomento, è testimoniato oltre che da innumerevoli thumbnail appiccicati qua e là nelle rete, anche dalle numerose richieste di copie del libro, che può comunque essere ottenuto gratuitamente dal Comune di Recco, Sponsor principale dell'iniziativa.
Non è mancato poi evidentemente qualche trolling, come sempre quando la diffusione nella rete riguarda argomenti culturali.
Ma il testo è cartaceo e la sua resilienza affidabile.
Così potremo sapere, ancora per lungo tempo, a che cosa attribuivono i medici del CEVA somiglianze e dissimiglianze famigliari. Internet ha portato un enorme contributo alla diffusione delle interessanti tesi del Ceva, sia attraverso comunicati stampa, che social networks ed altre forme agili di comunicazioni. Questa riunione ha permesso di raggiungere migliaia di interessati all'antica medicina.
Accessoriamente, gli appassionati lettori del Jargon File non potranno che apprezzare l'etichetta inappuntabile del 1598 e forse tenteranno di tradurla in forme moderne.
Nel CEVA il dialogo scorre piacevole, senza Lorem Ipsum o altre frattaglie di appoggio, e senza le interruzioni dell'altrui esposizione a cui ci ha assuefatto la televisione.
Una lezione di stile. Un merito accessorio per il dott. Pellegrini, studioso di storia patria, a cui si deve la riscoperta del Ceva.
gerardo malfoil
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