ALTAROMA ALTAMODA PROSEGUE TRA ANNUNCIATI ADDII E SUGGESTIVE SFILATE
Nella Sala Lancisi del complesso monumentale di S. Spirito in Sassia dalle galassie e le costellazioni della maison Gattinoni alla ricchezza e semplicità degli abiti leggeri come un sospiro della collezione di Tony Ward fino alla sensuale eleganga degli abiti di Raffaella Curiel (fuori calendario-hotel d’Inghilterra) che sono un omaggio alle donne orientali ed alla loro magica femminilità. Ancora l'Abruzzo al centro della sensibilità dell'Alta Moda.
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(Mariangiola Castrovilli) - Ormai è deciso, anche la maison Gattinoni farà sfilare le sue prossime collezioni in Atelier con tanti saluti ad Alta Roma o comunque si chiamerà la prossima associazione perché questa ha buone possibilità di naufragare tra le lotte interne istituzionali, la crisi e l’indubbia mancanza di sponsor
e di fondi.
Ma la classe è classe e les adiux si sa, sono importanti ecco allora per nutrire i sogni, ricordando i quarant’anni dell’allunaggio una collezione in cui domina una donna dalle forme scolpite che viaggia eterea in una luce con connotazioni astrali, merito dell’immaginifico Guillermo Mariotto che lavorando molto sul colore ha ottenuto ‘tonalità tenui, velate, discrete. Il colore doveva perdere la sua esplosiva forza dirompente per trasformarsi in bagliore astrale’.
Esperimento riuscito ed entusiastici applausi per questo viaggio galattico in 34 abiti che ci ha trascinato nel mondo della fantasia dove tutto è possibile, e la tela di crine assurge a tessuto leader per giacche, mantelle, colli e maniche mirabilmente scolpite. Galassie e costellazioni battezzano vestiti spettacolari, Cassiopea per esempio ha maniche elicoidali, in Antares invece la pelle è abbinata alla gommapiuma in un piacevolissimo effetto, mentre garza metallica e lamè d’oro rendono Tetis indimenticabile.
Come indimenticabile è l’abito da sposa, declinato in quattro versioni, tutti un volo di balze di crine con cappe di silicone spalmato di luminose paillettes. Ed i gioielli per questa originale collezione, firmati da Gianni De Benedettis non potevano che seguire ed accentuare il magico tema di un cielo pieno di stelle.
Ma non c’è solo lo spazio, perché da Gattinoni, da sempre attenti al sociale tutte le modelle hanno sfilato con un braccialetto verde, in ricordo di Neda, ormai icona di libertà uccisa a Teheran durante le contestate elezioni Iraniane. E non si dimenticano nemmeno del sisma che ha sconvolto le popolazioni abruzzesi. Mariotto ha infatti mandato in pedana il suo omaggio all’Aquila con uno splendido abito incompleto, dove tutto è lasciato a metà, i ricami sulla gonna, i cristalli sul corpetto ed un metro da sarta a sottolineare il punto vita. Questo vestito servirà a finanziare il restauro di alcune chiese danneggiate dal terremoto.
Bella e preziosa anche la collezione di Tony Ward, che riesce a conciliare ricchezza e semplicità in una carrellata di abiti leggeri come un sospiro, piacevoli e desiderabili come unico complemento di una rinnovata sensuale eleganza desiderata per riaffermare la propria unicità. Ed ecco allora le sete, le piume, le foglie, i cristalli le paillettes nei colori della natura dall’ argento con sfumature da alba lattea, al crema, all’oro, passando per il rosa, il grigio, il marrone striato da luminose pennellate turchesi ed il profondo nero della notte. Tutte le creazioni di Ward denotano un’attenta cura dei particolari, i nidi d’ape dei corpetti rivelano per esempio il meticoloso lavoro di un alveare che sulla base di un numero definito di elementi, si moltiplica, come in un caleidoscopio in un’infinità di immagine.
Ecco poi gli svelti tailleurs così perfetti nella loro semplicità da jolie madame, gli abiti lungi che hanno si lo strascico, ma non sembrano poi così impegnativi, magari non proprio adatti per andar a fare la spesa, ma assolutamente necessari per essere belle e seducenti magari per festeggiare la fine dell’anno e speriamo della… crisi. E poi quelli a sirena che scendono affusolati fino al ginocchio per poi riempirsi di vaporose balze. E poi ancora quello di tulle tutto plissettato od il superbo abito da sera tutto un luccichio di paillettes.
Un discorso a parte merita Raffaella Curiel che stanca di fare polemiche sfila ormai dal gennaio scorso in una suite del prestigioso Hotel d’Inghilterra. La sua collezione targata autunno inverno 2009/2010 è un omaggio alle donne orientali, ed alla loro magica femminilità che ha ispirato numerosi maestri da Sargent a Van Dongen, da Bartolini ad Ingres a Rosati a Fortuny che sottolineandone le forme sinuose e sensuali ne hanno esaltato l’eleganza.
«E’ inesauribile la girandola di colori, la preziosità, l’inventiva e l’arte nella mescolanza dei tessuti con cui i loro costumi erano confezionati» dice sorridendo con la sua voce profonda alla Jeanne Moreau la bella stilista milanese per poi riprendere convinta «Come sorprendente è la grazia con cui broccati e veli impalpabili potessero trovare armonie perfette. E’ affascinante vedere con quanta maestria queste stoffe potessero avvolgere seni e fianchi senza alcuna volgarità, un universo che non ha solo influenzato la pittura, ma anche la musica e la letteratura».
E allora ecco in pedana un’esplosione di creatività in un gioioso bouquet di colori e di forme, cominciamo dalle spalle, sempre curatissime dalla Curiel che qui morbidissime o costruite denotano una rara capacità sartoriale, le scollature sono audaci, la vita bassa è avvolta in fusciacche su morbide gonne che alternano fruscianti drappeggi ad altre che scendono svelte fasciando i fianchi.
Bellissimi poi i tessuti dalle lane tweed ricamate o stampate come tappeti Kilim, Daghestan o Seichour alle lane cotte in cui fili di lana e di seta si alternano a formare delicati ricami. E poi le dorate mousselines, i broccati ed i velluti cangianti, un tripudio di stoffe morbide che accarezzano il corpo rendendolo più bello e… seducente.
(Mariangiola Castrovilli) - Ormai è deciso, anche la maison Gattinoni farà sfilare le sue prossime collezioni in Atelier con tanti saluti ad Alta Roma o comunque si chiamerà la prossima associazione perché questa ha buone possibilità di naufragare tra le lotte interne istituzionali, la crisi e l’indubbia mancanza di sponsor
e di fondi.
Ma la classe è classe e les adiux si sa, sono importanti ecco allora per nutrire i sogni, ricordando i quarant’anni dell’allunaggio una collezione in cui domina una donna dalle forme scolpite che viaggia eterea in una luce con connotazioni astrali, merito dell’immaginifico Guillermo Mariotto che lavorando molto sul colore ha ottenuto ‘tonalità tenui, velate, discrete. Il colore doveva perdere la sua esplosiva forza dirompente per trasformarsi in bagliore astrale’.
Esperimento riuscito ed entusiastici applausi per questo viaggio galattico in 34 abiti che ci ha trascinato nel mondo della fantasia dove tutto è possibile, e la tela di crine assurge a tessuto leader per giacche, mantelle, colli e maniche mirabilmente scolpite. Galassie e costellazioni battezzano vestiti spettacolari, Cassiopea per esempio ha maniche elicoidali, in Antares invece la pelle è abbinata alla gommapiuma in un piacevolissimo effetto, mentre garza metallica e lamè d’oro rendono Tetis indimenticabile.
Come indimenticabile è l’abito da sposa, declinato in quattro versioni, tutti un volo di balze di crine con cappe di silicone spalmato di luminose paillettes. Ed i gioielli per questa originale collezione, firmati da Gianni De Benedettis non potevano che seguire ed accentuare il magico tema di un cielo pieno di stelle.
Ma non c’è solo lo spazio, perché da Gattinoni, da sempre attenti al sociale tutte le modelle hanno sfilato con un braccialetto verde, in ricordo di Neda, ormai icona di libertà uccisa a Teheran durante le contestate elezioni Iraniane. E non si dimenticano nemmeno del sisma che ha sconvolto le popolazioni abruzzesi. Mariotto ha infatti mandato in pedana il suo omaggio all’Aquila con uno splendido abito incompleto, dove tutto è lasciato a metà, i ricami sulla gonna, i cristalli sul corpetto ed un metro da sarta a sottolineare il punto vita. Questo vestito servirà a finanziare il restauro di alcune chiese danneggiate dal terremoto.
Bella e preziosa anche la collezione di Tony Ward, che riesce a conciliare ricchezza e semplicità in una carrellata di abiti leggeri come un sospiro, piacevoli e desiderabili come unico complemento di una rinnovata sensuale eleganza desiderata per riaffermare la propria unicità. Ed ecco allora le sete, le piume, le foglie, i cristalli le paillettes nei colori della natura dall’ argento con sfumature da alba lattea, al crema, all’oro, passando per il rosa, il grigio, il marrone striato da luminose pennellate turchesi ed il profondo nero della notte. Tutte le creazioni di Ward denotano un’attenta cura dei particolari, i nidi d’ape dei corpetti rivelano per esempio il meticoloso lavoro di un alveare che sulla base di un numero definito di elementi, si moltiplica, come in un caleidoscopio in un’infinità di immagine.
Ecco poi gli svelti tailleurs così perfetti nella loro semplicità da jolie madame, gli abiti lungi che hanno si lo strascico, ma non sembrano poi così impegnativi, magari non proprio adatti per andar a fare la spesa, ma assolutamente necessari per essere belle e seducenti magari per festeggiare la fine dell’anno e speriamo della… crisi. E poi quelli a sirena che scendono affusolati fino al ginocchio per poi riempirsi di vaporose balze. E poi ancora quello di tulle tutto plissettato od il superbo abito da sera tutto un luccichio di paillettes.
Un discorso a parte merita Raffaella Curiel che stanca di fare polemiche sfila ormai dal gennaio scorso in una suite del prestigioso Hotel d’Inghilterra. La sua collezione targata autunno inverno 2009/2010 è un omaggio alle donne orientali, ed alla loro magica femminilità che ha ispirato numerosi maestri da Sargent a Van Dongen, da Bartolini ad Ingres a Rosati a Fortuny che sottolineandone le forme sinuose e sensuali ne hanno esaltato l’eleganza.
«E’ inesauribile la girandola di colori, la preziosità, l’inventiva e l’arte nella mescolanza dei tessuti con cui i loro costumi erano confezionati» dice sorridendo con la sua voce profonda alla Jeanne Moreau la bella stilista milanese per poi riprendere convinta «Come sorprendente è la grazia con cui broccati e veli impalpabili potessero trovare armonie perfette. E’ affascinante vedere con quanta maestria queste stoffe potessero avvolgere seni e fianchi senza alcuna volgarità, un universo che non ha solo influenzato la pittura, ma anche la musica e la letteratura».
E allora ecco in pedana un’esplosione di creatività in un gioioso bouquet di colori e di forme, cominciamo dalle spalle, sempre curatissime dalla Curiel che qui morbidissime o costruite denotano una rara capacità sartoriale, le scollature sono audaci, la vita bassa è avvolta in fusciacche su morbide gonne che alternano fruscianti drappeggi ad altre che scendono svelte fasciando i fianchi.
Bellissimi poi i tessuti dalle lane tweed ricamate o stampate come tappeti Kilim, Daghestan o Seichour alle lane cotte in cui fili di lana e di seta si alternano a formare delicati ricami. E poi le dorate mousselines, i broccati ed i velluti cangianti, un tripudio di stoffe morbide che accarezzano il corpo rendendolo più bello e… seducente.
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