POLLASTRI (FI) INTERVIENE SULLA COLTIVAZIONE DELLA CANNABIS
L'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, rispendendo a un'interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia Andrea Pollastri ha delineato il quadro normativo della coltivazione della canapa nella nostra Regione e risposto ai dubbi su possibili problemi di incostituzionalità della normativa esistente.
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Bologna,
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L'Assessore all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, rispendendo a un'interrogazione del consigliere regionale di Forza Italia Andrea Pollastri ha delineato il quadro normativo della coltivazione della canapa nella nostra Regione e risposto ai dubbi su possibili problemi di incostituzionalità della normativa esistente. Il consigliere Pollastri, infatti, con riferimento alla Legge regionale del 2007 chiedeva quale fosse la situazione nella nostra Regione e gli eventuali rischi di incostituzionalità della normativa, paventando possibili rischi anche nella Legge che è da poco stata approvata dalla Regione sull'uso terapeutico della cannabis.
L'Assessore Rabboni, riferendosi alla normativa del 2007, assicurava però che: "Questo provvedimento, approvato su proposta di alcuni Consiglieri dall’Assemblea legislativa nel giugno 2007, intende corrispondere alle richieste del settore agricolo che, anche a seguito della contrazione della superficie coltivata a barbabietola da zucchero a seguito della riforma dell’OCM di settore, stava ricercando alternative produttive adatte al nostro ambiente, sostenibili dal punto di vista agronomico ed in grado di fornire un reddito adeguato. La canapa, infatti, rappresenta la classica coltura da “rinnovo” in grado di migliorare, con ridotti input energetici e chimici, la struttura del terreno e di contrastare la diffusione di piante infestanti senza ricorrere all’utilizzo di erbicidi di sintesi."
A fronte di ciò, però, "nonostante queste premesse positive e l’iniziale coinvolgimento di diversi agricoltori e di un paio di imprese di trasformazione, l’interesse per la coltura della canapa si è praticamente azzerato a causa del venir meno dell’impegno dell’industria tessile nazionale e della ridotta remuneratività di altre trasformazioni di carattere industriale quali, ad esempio, la produzione di pannelli termoisolanti e fonoassorbenti.
La coltivazione della canapa sul territorio dell’Emilia – Romagna ha interessato, negli scorsi anni, circa 1.000 ettari ed è stata realizzata nel pieno rispetto delle norme utilizzando, peraltro, varietà da fibra a basso contenuto di tetraidrocannabinoli regolarmente coltivate in diversi Paesi aderenti all’Unione Europea. "Ciò che interessa - commenta quindi Pollastri - è che sia nella coltivazione della canapa che nella somministrazione di medicinali a base di cannabinoidi si tenga presente in modo stretto la normativa nazionale e di Pubblica Sicurezza e le necessità della ricerca scientifica e, come visto, dell'agricoltura, evitando di voler piantare bandierine ideologiche che poco hanno a che fare con l'interesse generale".
L'Assessore Rabboni, riferendosi alla normativa del 2007, assicurava però che: "Questo provvedimento, approvato su proposta di alcuni Consiglieri dall’Assemblea legislativa nel giugno 2007, intende corrispondere alle richieste del settore agricolo che, anche a seguito della contrazione della superficie coltivata a barbabietola da zucchero a seguito della riforma dell’OCM di settore, stava ricercando alternative produttive adatte al nostro ambiente, sostenibili dal punto di vista agronomico ed in grado di fornire un reddito adeguato. La canapa, infatti, rappresenta la classica coltura da “rinnovo” in grado di migliorare, con ridotti input energetici e chimici, la struttura del terreno e di contrastare la diffusione di piante infestanti senza ricorrere all’utilizzo di erbicidi di sintesi."
A fronte di ciò, però, "nonostante queste premesse positive e l’iniziale coinvolgimento di diversi agricoltori e di un paio di imprese di trasformazione, l’interesse per la coltura della canapa si è praticamente azzerato a causa del venir meno dell’impegno dell’industria tessile nazionale e della ridotta remuneratività di altre trasformazioni di carattere industriale quali, ad esempio, la produzione di pannelli termoisolanti e fonoassorbenti.
La coltivazione della canapa sul territorio dell’Emilia – Romagna ha interessato, negli scorsi anni, circa 1.000 ettari ed è stata realizzata nel pieno rispetto delle norme utilizzando, peraltro, varietà da fibra a basso contenuto di tetraidrocannabinoli regolarmente coltivate in diversi Paesi aderenti all’Unione Europea. "Ciò che interessa - commenta quindi Pollastri - è che sia nella coltivazione della canapa che nella somministrazione di medicinali a base di cannabinoidi si tenga presente in modo stretto la normativa nazionale e di Pubblica Sicurezza e le necessità della ricerca scientifica e, come visto, dell'agricoltura, evitando di voler piantare bandierine ideologiche che poco hanno a che fare con l'interesse generale".
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