Assosementi: per rilanciare la filiera del grano duro necessario partire dal seme certificato
La Cabina di regia sulla pasta promossa dal Ministro Martina nell’anno di Expo è un’occasione da non perdere
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Bologna,
(informazione.it - comunicati stampa - agricoltura)
Bologna, 9 marzo 2015 – “Fermare il calo dell’utilizzo di sementi certificate è una prerogativa per rilanciare la filiera del grano duro in Italia”, lo afferma Franco Brazzabeni, presidente della Sezione cereali a paglia di Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane.
“La recente costituzione della Cabina di regia sulla pasta voluta dal Ministero delle Politiche Agricole è un’occasione da non perdere, prosegue Brazzabeni. È fondamentale però che gli obiettivi della qualità e della creazione di valore siano perseguiti a partire dal primo anello della filiera: il seme”. L'Italia è il primo produttore europeo di grano duro ed è leader mondiale nella produzione di pasta, con 3,4 milioni di tonnellate e un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro. “Quella della pasta è la filiera che più ci rappresenta nel mondo, ha dichiarato Brazzabeni. Mi rivolgo al Ministro Martina affinché i lavori della Cabina di regia, alla quale forniremo tutta la nostra collaborazione, possano trarre maggiore impulso proprio grazie alla concomitanza con Expo 2015”.
La soppressione dell’obbligo di utilizzo di seme certificato, per accedere al contributo accoppiato PAC, ha generato negli ultimi anni un progressivo calo della produzione di sementi certificate e un conseguente incremento del commercio illegale di sementi cerealicole, in particolare di frumento duro. È quanto emerge da un recente studio sul comparto sementiero curato da INEA, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria, che evidenzia l’impatto negativo sulla redditività delle aziende agricole dell’impiego di sementi non controllate a livello di germinabilità, purezza e assenza di patogeni o parassiti.
Rispetto al reimpiego della granella aziendale da parte dell’agricoltore, il seme certificato presenta significativi vantaggi agronomici grazie ai controlli a cui viene sottoposto prima di essere immesso in commercio a garanzia della germinabilità e della purezza varietale a norma di legge, così come l’assenza di specie infestanti. Lo studio sui costi di produzione del frumento di ISMEA, pubblicato lo scorso gennaio, identifica infatti nella qualità delle produzioni uno degli aspetti strategici su cui convergere per un concreto rilancio della granicoltura nazionale ed evidenzia come la marginalità aziendale sia oggi ottenibile soltanto attraverso scelte imprenditoriali particolarmente accorte. L’uso di semente certificata, è economicamente vantaggioso perché riduce numerosi fattori di rischio e al tempo stesso sostiene l’innovazione varietale raccogliendo risorse attraverso le royalty sul seme impiegato.
“Occorre che la filiera faccia un ulteriore passo nell’interesse della nostra agricoltura - ha concluso Brazzabeni - organizzando e condividendo, analogamente a quanto accade in altri paesi, sistemi per la raccolta di risorse da destinare alla ricerca varietale vicine alle richieste del mondo agricolo, della trasformazione e del consumatore”.
“La recente costituzione della Cabina di regia sulla pasta voluta dal Ministero delle Politiche Agricole è un’occasione da non perdere, prosegue Brazzabeni. È fondamentale però che gli obiettivi della qualità e della creazione di valore siano perseguiti a partire dal primo anello della filiera: il seme”. L'Italia è il primo produttore europeo di grano duro ed è leader mondiale nella produzione di pasta, con 3,4 milioni di tonnellate e un fatturato di più di 4,6 miliardi di euro. “Quella della pasta è la filiera che più ci rappresenta nel mondo, ha dichiarato Brazzabeni. Mi rivolgo al Ministro Martina affinché i lavori della Cabina di regia, alla quale forniremo tutta la nostra collaborazione, possano trarre maggiore impulso proprio grazie alla concomitanza con Expo 2015”.
La soppressione dell’obbligo di utilizzo di seme certificato, per accedere al contributo accoppiato PAC, ha generato negli ultimi anni un progressivo calo della produzione di sementi certificate e un conseguente incremento del commercio illegale di sementi cerealicole, in particolare di frumento duro. È quanto emerge da un recente studio sul comparto sementiero curato da INEA, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria, che evidenzia l’impatto negativo sulla redditività delle aziende agricole dell’impiego di sementi non controllate a livello di germinabilità, purezza e assenza di patogeni o parassiti.
Rispetto al reimpiego della granella aziendale da parte dell’agricoltore, il seme certificato presenta significativi vantaggi agronomici grazie ai controlli a cui viene sottoposto prima di essere immesso in commercio a garanzia della germinabilità e della purezza varietale a norma di legge, così come l’assenza di specie infestanti. Lo studio sui costi di produzione del frumento di ISMEA, pubblicato lo scorso gennaio, identifica infatti nella qualità delle produzioni uno degli aspetti strategici su cui convergere per un concreto rilancio della granicoltura nazionale ed evidenzia come la marginalità aziendale sia oggi ottenibile soltanto attraverso scelte imprenditoriali particolarmente accorte. L’uso di semente certificata, è economicamente vantaggioso perché riduce numerosi fattori di rischio e al tempo stesso sostiene l’innovazione varietale raccogliendo risorse attraverso le royalty sul seme impiegato.
“Occorre che la filiera faccia un ulteriore passo nell’interesse della nostra agricoltura - ha concluso Brazzabeni - organizzando e condividendo, analogamente a quanto accade in altri paesi, sistemi per la raccolta di risorse da destinare alla ricerca varietale vicine alle richieste del mondo agricolo, della trasformazione e del consumatore”.
Ufficio Stampa
Simone Iemmolo
Haiku Rp (Leggi tutti i comunicati)
(Agrigento) Italia
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