Piero Fassino e l'accusa di furto di un profumo Chanel

Piero Fassino, parlamentare ed ex ministro, è stato recentemente accusato di aver sottratto una boccetta di profumo Chanel, del valore di 130 euro, da un duty free all'aeroporto di Fiumicino. Nonostante l'accusa, potrebbe non esserci una condanna in vista per Fassino.

Dettagli dell'accusa

Gli investigatori della Polaria hanno raccolto tutti gli elementi necessari per l'indagine, comprese le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza. Queste prove saranno trasmesse all'autorità giudiziaria competente, quella di Civitavecchia, che valuterà come procedere.

Possibili esiti del processo

Le possibili conseguenze per Fassino variano dall'assoluzione nel merito fino alla condanna per furto aggravato, passando per il decreto penale di condanna e il colpo di spugna "per tenuità del fatto". Il rapporto tra Piero Fassino e la procura di Civitavecchia, dopo la denuncia per il furto di un profumo rimediata al duty free dell'aeroporto di Fiumicino, deve ancora essere scritto.

La difesa di Fassino

Fassino ha dichiarato di essere disposto a pagare per il profumo. Tuttavia, l'accusa di tentato furto da bancone, previsto dall'art.624 del codice penale, reato punito con la reclusione da 6 mesi a tre anni e multa da 154 a 516 euro, lo ha messo in una situazione difficile. Ogni mossa per uscirne potrebbe rivelarsi sbagliata.

Considerazioni finali

L'accusa ha suscitato molte reazioni, tra cui l'insopportabile cliché che "tanto i politici sono ladri". Questa situazione è particolarmente difficile per un piemontese cresciuto alla scuola rigorosa dei gesuiti, poi a quella intransigente del Pci. La questione rimane aperta e si attendono ulteriori sviluppi.

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