Senna, batteri, atleti belgi: una storia tutta da riscrivere

Sembrava Escherichia coli, e invece era un virus. Forse il tuffo nella Senna non è responsabile del ricovero di Claire Michel, la triatleta belga che nei giorni scorsi era stata indicata come la prima vittima olimpionica del fiume parigino. A raccontare una storia diversa, smentendo le prime impressioni, è la stessa sportiva: in un post su Instagram, Michel ha rivelato che gli esami del sangue a cui è stata sottoposta durante il ricovero hanno segnalato la presenza di un virus e non del batterio accusato inizialmente. (L'HuffPost)

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Le nuotatrici francesi della 10 km: “E’ stato terribile, non hanno nemmeno tagliato i rovi sulle sponde. Ma abbiamo nuotato in acque più sporche” (IlNapolista)

Perché il governo e gli organizzatori si sono intestarditi a tenere le gare di triathlon e nuoto di fondo nella Senna? Il presidente Macron, la sindaca Hidalgo e la presidente di regione Pécresse, che pure non si amano, si sono trovati d’accordo nell’usare i Giochi come occasione per mobilitare risorse in modo da depurare la Senna e renderla più ecologica. (Corriere della Sera)

Dopo l’annullamento della giornata di ieri, è stato regolarmente autorizzato l’allenamento di ricognizione nella Senna in vista della 10km di nuoto in acque libere. L’autorità del nuoto “World Acquatics” ha infatti dato il benestare allo svolgimento visti i risultati conformi delle ultime analisi sulla qualità dell’acqua effettuate. (PistoiaSport)

Ad essere nell’occhio del ciclone sono le condizioni igieniche dell’acqua della Senna, il canale parigino tornato a essere balneabile per le Olimpiadi a 100 anni dall’ultima volta e dopo un miliardo e mezzo di euro investiti. (Radio Deejay)

Ogni giorno porta una piena di lamentele: allenamenti saltati a causa dell’inquinamento dell’acqua, nuotatori che invece li fanno e poi vomitano o si ammalano di escherichia coli, la vera star di questi Giochi, la squadra belga che si ritira dalla gara di triathlon. (Il Mattino di Padova)