Su Toti una serie tv, altro che accanimento
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La Procura potrebbe acquisire eventuali risonanze magnetiche fatte all'intestino di Giovanni Toti per controllare che non ci siano stati dei movimenti sospetti, soprattutto in bagno: è solo un suggerimento, ma è anche vero che i magistrati genovesi non si pongono limiti nella loro quotidiana dimostrazione che la legge è uguale per tutti. Perché capita a tutti, appunto, di essere intercettati per quattro anni a partire da quando si è rieletti presidenti della Liguria: anzi, corre voce che i pm, nel mettere sotto indagine questo cittadino di nome Giovanni, non fosse neppure informata che costui lavorasse in Regione dopo aver preso 383mila preferenze in rappresentanza del 56 per cento dei votanti. (il Giornale)
Ne parlano anche altre fonti
Tre anni di riprese segrete e praticamente ininterrotte mandano in tilt l’archivio telematico della procura. (La Repubblica)
Non è mancata in questi mesi la sensazione, espressa dai suoi più stretti collaboratori, di un certo accerchiamento giudiziario che ha voluto prendere di mira «il modo di fare politica» di Toti. È uno dei punti su cui insiste la difesa dell'ex governatore nell'inchiesta che lo ha portato alle dimissioni da presidente della Regione Liguria. (il Giornale)
Il materiale raccolto dai magistrati nell'inchiesta su Giovanni Toti ha messo a dura prova i sistemi informatici della giustizia genovese, ma soprattutto sta rendendo difficile il lavoro delle difese, che si trovano di fronte a una mole di registrazioni audio e video impossibile da esaminare nei 15 giorni previsti dalla legge. (il Giornale)
Pietro Senaldi 01 settembre 2024 (Liberoquotidiano.it)
L’inchiesta di Genova che ha costretto Giovanni Toti alle dimissioni, oltre che per le assurde motivazioni che lo hanno tenuto per mesi ai domiciliari, sorprende anche per un’altra non indifferente questione: il volume di dati che la procura ha registrato intercettando l’ex governatore dall’agosto del 2021 fino alla fine del 2023. (Nicola Porro)
Oltre 20 terabyte di intercettazioni telefoniche, audio e video cominciate nell’agosto del 2021 e terminate a fine 2023 quando il pm hanno chiesto gli arresti domiciliari per Toti, per l’imprenditore Aldo Spinelli e per l’ex presidente dell’autorità Portuale Paolo Signorini accusati tutti di corruzione. (Corriere della Sera)