I regimi cadono perché la violenza non è mai potere reale | Barbara Stefanelli

Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace 2023, dissidente iraniana in carcere con condanne che si accumulano invece di consumarsi, ha scritto tempo fa una lettera al mondo invitandoci ad ascoltare il sibilo che arriva quando un muro comincia a creparsi e finalmente l’aria passa. Succede ogni volta che la presunta “stabilità” dei regimi viene svelata nella sua debolezza strutturale. Succede se la gente comincia ad avere meno paura. (Corriere della Sera)

Su altri giornali

In Europa, masse enormi di immigrati musulmani, coloro che vengono indicati genericamente come gli ultimi, i non integrati, manifestano in modo entusiastico, gridando Allah Akbar, sventolando bandiere verdi, bianche e nere, utilizzate da Al-Nusra. (Farodiroma)

Punto primo: l’organizzazione islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) quasi sicuramente non aveva intenzione di deporre Bashar al-Assad. Fidarsi o non fidarsi della nuova Siria di Ahmed al-Sharaa, come si fa chiamare adesso Abu Mohammed al-Golani? Questa è la domanda delle domande che in questi giorni tutti si stanno facendo, specialmente a Gerusalemme. (Rights Reporter)

Dopo cinquantaquattro anni di dittatura imposta dalla famiglia Al-Assad, tra il 7 e l’8 dicembre 2024 è caduto ufficialmente il regime baathista di Bashar Al-Assad. L’ex dittatore alawita aveva instaurato un governo di stampo sciita dal 17 luglio 2000, erede delle politiche autoritarie messe in atto dal padre, Hafez Al-Assad. (IARI - Istituto Analisi Relazioni Internazionali)

Quali rapporti tra Israele e la nuova Siria?

Alcune prospettive hanno avuto modo nel tempo di consolidarsi maggiormente, dando luogo e istituzioni di fatto che, nel corso del tempo, hanno conteso al regime il controllo del territorio. Chiunque abbia seguito da vicino le vicende siriane dal 2011 sa che il desiderio di cambiamento è stato espresso da una parte importante della società, sia pur in modi e con obiettivi diversi. (Il Fatto Quotidiano)

Dopo la caduta del regime siriano di Assad, l'emergere di una nuova “costellazione” di potere, nel territorio in passato riconosciuto come Siria, non solo rischia di diffondersi in tutta la regione, ma anche di causare una possibile presa di controllo regionale da parte della Turchia governata da Erdogan (a suo tempo definito quale un dittatore dall’ex presidente del consiglio italiano Draghi). (Difesa Online)

Mentre pende sul futuro della Siria l'incognita delle scelte di Abu Mohammed al-Jolani e di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), dopo la conquista del potere lo scorso 8 dicembre, abbiamo parlato delle dinamiche politiche e militari del conflitto con James Gelvin, docente di Storia dell’Università della California (Ucla), autore di saggi fondamentali per lo studio del Medio Orie… (L'HuffPost)