Un film Minecraft: quando il pixel diventa cinema
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Quando Markus Persson, nel 2009, pubblicò la prima versione di Minecraft su TIGSource, difficilmente avrebbe potuto prevedere che quel progetto nato nel tempo libero si sarebbe trasformato in un fenomeno globale. Oggi, con oltre 300 milioni di copie vendute, il gioco – un open world dalle possibilità quasi infinite, dove costruire e combattere si fondono in un’esperienza unica – approda al cinema con Un film Minecraft, distribuito da Warner Bros. e arrivato nelle sale italiane il 3 aprile 2025.
La pellicola, diretta da un regista ancora poco noto ma sostenuta da un cast di peso – Jack Black nei panni di Steve, affiancato da Jason Momoa e Jennifer Coolidge –, non ha mancato di sollevare interrogativi tra i fan, a cominciare dalla presenza o meno di scene post-credit. Domanda legittima, considerando quanto ormai sia consolidata la tradizione dei cameo e degli easter egg dopo i titoli di coda, ma che rischia di distrarre da un dato più significativo: i primi numeri sugli incassi parlano di 10.55 milioni di dollari solo dalle anteprime, superando quelli di altri adattamenti cinematografici di videogiochi.
Trasporre un titolo come Minecraft, del resto, non era impresa semplice. Il gioco, che vanta il primato di più venduto al mondo, non segue una trama lineare, ma offre un universo in cui i giocatori possono esplorare, costruire e sopravvivere senza vincoli precisi. Tradurre questa libertà in un linguaggio cinematografico richiedeva scelte coraggiose, e il risultato, secondo alcune critiche, appare discutibile. Ciononostante, l’operazione commerciale sembra destinata a lasciare il segno, anche solo per il potenziale richiamo di un brand che ha segnato intere generazioni.