LA STAMPA E GLI ESPERTI DILETTANTI SU TRUMP
I rischi causati dalla politica nel 2025 secondo Ian Bremmer L’altra sera il geopolitico Lucio Caracciolo ha perso i lumi a Rai News 24, pappagallato da altri “esperti”, parlando di imperio americano sul mondo e altre amenità, di quelle che farebbero piacere a Vladimir Putin. La stampa non ha capito che le attuali dichiarazioni di Trump non fanno testo, ma sono un gioco retorico sull’opinione pubblica e sulla stampa da pollaio, quella che guida il dibattito che si svolge sui media propagando idee tante ma confuse, non sempre a caso o per destino. (L'Opinione)
La notizia riportata su altri media
. Piatte Londra e Madrid. (Tuttosport)
Bentrovati,«Cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d'America, nome bello e appropriato». Una delle tante (troppe?) spacconate mediatiche che l'imminente inquilino della Casa Bianca ha sparso nelle ultime settimane, per la gioia di chi lo ama ma anche dei giornali: finalmente qualcosa di diverso dalle lunghe guerre e dalla noiosa politica da "sbattere in prima pagina". (Corriere della Sera)
Roma, 8 gen. “Golfo d’America” sarebbe più “appropriato”, ha confermato in conferenza stampa il presidente eletto degli Stati Uniti, prossimo all’insediamento alla Casa Bianca, riprendendo una vecchia idea espressa da un comico liberale ormai 15 anni fa. (Agenzia askanews)
ROMA – La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha risposto per le rime a Donald Trump che vorrebbe rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America”. La risposta di Sheinbaum al presidente Usa che vorrebbe rinominare il Golfo del Messico in "Golfo d'America" (Dire)
Ha anche difeso il Messico dalle accuse di essere un paese governato dai cartelli della droga, facendo riferimento al passato della politica del narcotraffico. In una conferenza stampa, la presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha risposto con ironia alle dichiarazioni di Donald Trump sul cambio di nome del Golfo del Messico, suggerendo il nome "America messicana". (ilmessaggero.it)
O meglio, hanno scosso la classe dirigente messicana, canadese, danese e panamense, oltre all’Europa, che già conosceva un po’ le sue pretese, come quella di destinare il 5% del PIL agli investimenti in armamenti. (Avanti Online)