Lino Capolicchio e quel gelato vicino al Quirinale

Non ricordo con precisione, per esempio, quando cominciai ad interessarmi ai giornali o quale partita mi condannò a decenni di sofferenza al seguito dell’Inter.

Quando le passioni durano una vita è spesso difficile identificarne l’origine.

Ma non ho dubbi sull’evento che mi fece innamorare dell’arte di Tennessee Williams.

Accadde quando vidi Lino Capolicchio sul palco dell’Eliseo nella parte di Chance Wayne in La dolce ala della giovinezza, il dramma in cui Williams esplora tre temi per lui fondamentali: la meschinità umana, la violenza della vendetta e l’inesorabile passaggio del tempo

(la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Tommaso Capolicchio è il figlio dell’attore Lino Capolicchio, scomparso nella notte del 3 maggio 2022. Lino Capolicchio è stato uno dei nomi più importanti nell’ambito della recitazione italiana. (mammastobene.com)

Questo il commento dei registi Luke Anthon, al secolo Luca Antonetti, e Giuseppe Tandoi, alla notizia della morte di Lino Capolicchio attore, sceneggiatore e regista morto a Roma a 78 anni. "La morte è solo un inganno - commenta Tandoi - al di là del velo, il grande maestro Lino Capolicchio è vivo più che mai, intento a recitare con gli angeli. (Sky Tg24 )

Nato a Merano, in provincia di Bolzano, è cresciuto a Torino, dove ha mosso i primi passi nel mondo del teatro. Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 78 anni, uno degli attori, sceneggiatori e registi più amati del nostro Paese, icona del cinema italiano negli anni Settanta. (SoloGossip.it)

E Pupi Avati, per ben nove volte, […] Se n’è andato Lino Capolicchio. (Il Fatto Quotidiano)

Lino Capolicchio durante le riprese de "La paga del sabato" nel 1975 e sotto con Margherita Fenoglio, madre dello scrittore Beppe, nel 1975 nella sua casa albese (foto Bruno Murialdo). (La Stampa)

Un David lo aveva vinto nel 1971 per il film che lo consacrò, Il giardino dei Finzi Contini. I fratelli Taviani gli dissero: "Lei sembra un attore inglese"; e mille altri proseguirono quel mantra: sembra russo, sembra tedesco… Insomma, per il cinema italiano era un alieno, un corpo estraneo (QUOTIDIANO NAZIONALE)