Musk e Zuckerberg andrebbero nazionalizzati: più che tecnologica, la loro è influenza politica
Musk e Zuckerberg andrebbero nazionalizzati, come ha fatto la Cina con Jack Ma. Perché? Ovvio: l’intreccio tra il capitalismo e le oligarchie tecnologiche conferma che le democrazie non funzionano più, hanno bisogno di rivedere missioni e valori di fronte all’arrembaggio dei super ricchi del big tech. Siccome sono tutti americani, non per cadere nei cliché, ma è vero che le democrazie europee stanno affrontando minacce mai viste prima proprio da quella parte dell’oceano. (Il Fatto Quotidiano)
Ne parlano anche altri giornali
Penosa genuflessione dei big della Silicon Valley per conquistare la benevolenza del presidente Trump. Le aziende sono governative per definizione, come ricordava sempre l’avvocato Agnelli, ma c’è stile e stile (FIRSTonline)
Re magi che portano doni per l’inaugurazione della presidenza Trump. Poi, quando Microsoft ebbe i primi guai con l’Antitrust, Bill Gates passò dal disprezzo alla diplomazia. (Corriere della Sera)
E impone un esame non superficiale dei tratti generali assunti dal capitalismo contemporaneo. (il manifesto)
È la cifra che Bezos, Zuckerberg, e il ceo di OpenAi Altman, e molti altri, hanno sborsato per finanziare la cerimonia di insediamento del 20 gennaio (che sarà preceduta da una prestigiosa cena con Melania e Donald il 19). (Orticalab)
Luca Miuccio è l’executice chef del Grand Hotel San Pietro di Taormina (ME) luogo che ospiterà le attività ludico-ricreative degli associati. Cena di beneficenza ad Acireale. (Normanno.com)
Dopo che il miliardario Elon Musk ha comprato il social Twitter/X e la sua aperta adesione al nuovo padrone degli Usa, il presidente eletto Donald Trump, altri miliardari vi si sono accodati. Jeff Bezos, patron di Amazon e Blue Origin (aerospazio) nonchè proprietario del Washington Post che - per capire - alla prima vignetta di questo giornale che lo mostra reverente verso Trump, ha fatto scattare la censura. (Aduc)