UniCredit e Banco BPM, la questione degli esuberi

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ECONOMIA

Il recente dibattito riguardante la possibile integrazione tra UniCredit e Banco BPM ha sollevato numerose preoccupazioni, in particolare per quanto riguarda il numero di esuberi prospettati. Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco BPM, ha menzionato la cifra di 6.000 esuberi in una lettera indirizzata ai 20.000 dipendenti del gruppo, suscitando un'ondata di speculazioni e timori. Tuttavia, UniCredit ha prontamente risposto, definendo tale numero come "pura congettura" e sottolineando che speculare su questi dettagli in questa fase è fuorviante.

UniCredit, attraverso un portavoce, ha ribadito la propria esperienza nel proteggere e investire nella sua rete e nelle sue filiali, nonché nella gestione delle sue risorse umane. L'istituto ha sempre garantito l'occupabilità dei propri dipendenti attraverso programmi di reskilling e redeployment, frutto di un dialogo continuo, positivo e costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali. Questo approccio ha permesso di raggiungere accordi che prevedono l'utilizzo di misure socialmente responsabili, evitando così impatti negativi sui lavoratori.

Nel contesto di questa potenziale integrazione, UniCredit ha anche evidenziato come la propria strategia sia orientata a mantenere un dialogo aperto e trasparente con tutte le parti coinvolte, al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. La banca ha inoltre sottolineato che qualsiasi decisione verrà presa solo dopo un'attenta valutazione delle implicazioni per i dipendenti e per l'intera organizzazione.

Intesa Sanpaolo, per voce del suo amministratore delegato Carlo Messina, ha espresso apprezzamento per l'operazione, paragonandola a quella effettuata dal proprio istituto con l'acquisizione di UBI nel 2020.