Scacco agli Amato-Pagano, una donna alla guida del clan. Minori a scuola di pizzo
Scacco agli Amato-Pagano, una donna alla guida del clan. Minori a scuola di pizzo metropolisweb Napoli. Puntava sui giovani, il clan Amato-Pagano, a cui insegnava come fare le estorsioni (un “addestramento alla durezza”) dopo averli irretiti utilizzando sapientemente i loro social preferiti, Tik-Tok e Instagram, sui quali venivano veicolati messaggi ed immagini di potere e ricchezza. Emerge anche questo dall’indagine della Dia di Napoli, coordinata dal pm della Dda partenopea Giuliano Caputo, sfociata oggi in 53 arresti (43 in carcere e 10 ai domiciliari) notificati ad altrettanti componenti l’organizzazione malavitosa che tra Napoli e provincia teneva sotto scacco i cittadini imponendo il pizzo perfino agli imbianchini. (Metropolisweb)
Se ne è parlato anche su altri media
Figura tra i fermati con l’accusa di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione di armi ed altro, Vincenzo Vallifuoco, 35enne di Arzano che per un periodo, unitamente ad un altro noto neomelodico – coinvolto nell’inchiesta che nel 2022 decapitò il clan Cristiano di Arzano -, ha tentato la scalata nel mondo della musica rapper. (Cronache della Campania)
Smantellato il clan Amato-Pagano, la cosca utilizzava Tik Tok per sfoggiare ricchezza e convincere nuovi seguaci “In italia la prima mafia a utilizzare i social e’ stata la camorra. Nel mondo, i messicani, ma in Italia la camorra. (Metropolisweb)
Napoli. Il pentito di camorra Salvatore Roselli ha svelato come avveniva il pagamento delle “mesate” che tutti i membri della famiglia Amato-Pagano ricevono una somma mensile di 8.000 euro. Il suo racconto è contenuto nelle oltre 360 pagine dell’ordinanza cautelare firmata ieri dal gip Isabella Iaselli del tribunale di Napoli e che ha portato in carcere 50 persone del clan. (Cronache della Campania)
Maxi operazione della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) contro il clan Amato-Pagano, noto anche come il gruppo degli “scissionisti”. All’alba di oggi, su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, sia personale che patrimoniale, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di 53 soggetti. (StatoQuotidiano.it)
Con la madre da tempo detenuta le redini del clan erano passate saldamente nelle loro mani. Alla prima, in particolare, gli inquirenti della Dda contestano il ruolo di capo e promotore dell’associazione: un’accusa pesante come un macigno, supportata dalle dichiarazioni di una sfilza di collaboratori di giustizia. (ROMA on line)
In origine era Facebook. La camorra corre al passo coi tempi e utilizza i social network dei giovani per parlare ai giovani, per cercare di attirarli a sé e fidelizzarli. (La Stampa)