Truffa 2139, perché tanti non hanno segnalato il sito
– “Se chiude il sistema siamo rovinati”. Così dicevano scambiandosi audiomessaggi gli incauti investitori che credevano di aver trovato la gallina dalle uova d’oro e invece erano finiti ad alimentare un colossale bluff che tra Umbria e Toscana (ma anche Puglia) avrebbe coinvolto tra i 40 e 50mila utenti della piattaforma di finto trading 2139 Exchange. In fumo i risparmi di migliaia di persone Il sito online oscurato da Consob che prometteva un modo "facile” per fare soldi, il classico miraggio del guadagno senza fatica che cela un multilevel, una sorta di “schema Ponzi” (come lo chiamano gli addetti ai lavori), altro non è che un modello economico di vendita che promette forti guadagni ai primi investitori, che divengono poi loro stessi vittime della truffa. (LA NAZIONE)
Se ne è parlato anche su altre testate
Un numero notevole di persone che ha tentato la strada di un arricchimento veloce e che ora quei soldi (in alcuni casi anche decine di migliaia di euro) non li vedrà più. (ilmessaggero.it)
Le oscillazioni delle criptovalute e i prelievi di massa hanno fatto crollare il sistema Ponzi su cui si basava la piattaforma 2139 Exchange. La mancanza di regole e la scarsa trasparenza rendono questo mercato vulnerabile a truffe, anche per la scarsa alfabetizzazione finanziaria in Italia. (Fondionline.it)
“Mi sono iscritto investendo il minimo, 350 euro, e poi, pian piano, col passare dei mesi e continuando a puntare quando ricevevamo la notifica, ho iniziato a guadagnare. Dopo poco tempo la mia somma era raddoppiata, ma il guadagno vero è arrivato dopo una decina di mesi circa: sono anche riuscito a incassare 1.000 euro a settimana grazie alla carta di credito del sistema e devo dire che quei soldi mi hanno consentito di comprare cose che non avrei mai potuto acquistare se non avessi avuto questa entrata”. (Corriere dell'Umbria)
Ora tra gli effetti collaterali più delicati del caso "2139 Exchange", la piattaforma oscurata da Consob a cui si stima che almeno 40mila umbri si erano iscritti sperando di ottenere soldi facili, c’è quello del possibile uso illecito dei dati sottratti ai partecipanti. (LA NAZIONE)
– La schermata con il grafico delle azioni in costante crescita? Finta. Il paradosso, del sistema che solo in Umbria potrebbe aver gabbato tra le 40 e le 50 mila persone, è che mai, neppure una singola azione, è stata realmente ceduta o acquistata tramite la piattaforma dove tutti gli utenti-investitori convinti di muovere le criptovalute, operavano invece come burattini allo scoccare delle due campanelle previste tra le 14 e le 18. (LA NAZIONE)
Un fenomeno impossibile da quantificare, ma che conta decine di migliaia di partecipanti solo nella zona della Valdichiana aretina e senese e al Trasimeno. C’è chi – tra i ben informati – è pronto a scommettere che siano almeno 50mila i profili aperti nel territorio, che tradotto significa: una persona su cinque. (LA NAZIONE)