Rino Tommasi e l'arte di raccontare lo sport, attraverso i duetti con Clerici, i neologismi e i numeri (di C. Giua)

Rino Tommasi e l'arte di raccontare lo sport, attraverso i duetti con Clerici, i neologismi e i numeri (di C. Giua)
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
L'HuffPost INTERNO

Gianni: “Se tu continui a essere della tua opinione e io della mia, non arriviamo a nessun punto”. Rino: “Certo che ci arriviamo: tu hai torto e io ho ragione”. I loro battibecchi hanno divertito milioni di telespettatori e riempito di aneddoti le serate al ristorante dei cronisti in trasferta a Wimbledon o a Flushing Meadows. Mai sentito qualcuno chiamarli per cognome: per il tennis italiano, Gianni Clerici e Rino Tommasi erano come Raimondo e Sandra per l’intrattenimento della Rai e poi di Mediaset (L'HuffPost)

Su altre testate

Era nato il 23 febbraio del 1934 a Verona, Rino Tommasi: giornalista, scrittore, organizzatore di incontri di boxe e mille altre cose che hanno sempre anticipato tutto e tutti, oltre che legittimo proprietario di una delle voci più riconoscibili per gli appassionati di sport, una delle madeleines sonore più dolci da associare a quelle lente domeniche di una volta che un giorno ci siamo voltati a guardare e non le abbiamo trovate più, proprio come il Bufalo Bill di De Gregori faceva con i suoi vent’anni. (L'Ultimo Uomo)

È morto a 90 anni — ne avrebbe compiuti 91 il 23 febbraio — Rino Tommasi. Il mondo dello sport, specialmente del tennis, e del giornalismo italiano piange la morte di una delle sue leggende. (Corriere TV)

Rino Tommasi, voce della fatica sportiva

Raffaella Reggi, ex n°13 del mondo e ora talent di Sky Sport, ricorda Rino Tommasi con un aneddoto: "Fu lui a spingermi e aiutarmi ad andare a fare esperienza negli Stati Uniti, per confrontarmi con i più forti: la Federazione non voleva, ma lui scrisse un articolo che colse nel segno e così giocai gli Us Open juniores... (Sky Sport)

Forse quella microfonia imperfetta, apparentemente spuria, di una voce che veniva da lontano, sembrava fatta apposta. Come la sua parola da fondocampo, divisa tra triangolazioni semplici e improvvisi poetici. (Fantacalcio ®)