Ramadan, Ignazio La Russa: "Scuola chiusa? Le regole non lo consentono"
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"Non ne faccio una questione ideologica, ma di regole. Se non si può, non si può". In un colloquio con la Stampa il presidente del Senato Ignazio La Russa si schiera con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara contro la decisione della scuola di Pioltello di chiudere per la giornata conclusiva del Ramadan, il prossimo 10 aprile. "Io sono per il rispetto delle regole e se le regole consentissero di fare festa per il Ramadan, sarebbe stato giusto farla", ma "il ministro Valditara mi dice che, allo stato attuale, non si possono aggiungere ulteriori giorni di sospensione della didattica, oltre a quelli già a disposizione delle scuole. (Liberoquotidiano.it)
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No, non si può chiudere una scuola per il Ramadan. A dirlo in un colloquio con il quotidiano La Stampa il presidente del Senato Ignazio La Russa, a proposito della vicenda della scuola di (Secolo d'Italia)
Il dibattito sull’integrazione e il rispetto delle tradizioni religiose a scuola ha raggiunto l’apice con la controversia generata dalla decisione di una scuola a Pioltello di sospendere le lezioni per celebrare la giornata conclusiva del Ramadan il prossimo 10 aprile. (Orizzonte Scuola)
Anche nel week end di Pasqua 2024 continua a tenere banco con la proposta del vice-premier Matteo Salvini di imporre le classi con la maggioranza di alunni italiani, con un tetto del 20%, avallata pure dal ministro Giuseppe Valditara che vorrebbe classi di potenziamento per gli allievi che non comprendono la nostra lingua. (Tecnica della Scuola)
Dopo la risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla scuola di Pioltello, l’istituito che ha confermato la chiusura per la fine del Ramadan, ecco che arriva la presa di posizione di Ignazio La Russa (ilGiornale.it)
"Io sono per il rispetto delle regole e se le regole consentissero di fare festa per il Ramadan, sarebbe stato giusto farla", ma "il ministro Valditara mi dice che, allo stato attuale, non si possono aggiungere ulteriori giorni di sospensione della didattica, oltre a quelli già a disposizione delle scuole. (L'HuffPost)
La decisione è diventata caso nazionale ed è stata giustificata per la presenza di circa il 40% di studenti di fede musulmana. Un atto di pragmatismo l’hanno definito molti. Altri l’hanno invece considerato come un atto ideologico e un attacco alla cultura e tradizione cristiana. (Radio Radio)