Cosa resta del viaggio di re Carlo in Italia
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Per il governo Meloni, consolidare i rapporti con il Regno Unito rappresenta una scelta strategica, così come per il sovrano britannico, appassionato d’arte e cultura, ritrovarsi tra il Colosseo e il Quirinale è stato un modo per sentirsi a casa. Carlo III, uomo di raffinata formazione, ha scelto l’Italia – paese che già conosce bene – per celebrare i vent’anni di matrimonio con la regina Camilla, un viaggio che ha mescolato impegni istituzionali e momenti più personali, tra visite ufficiali e incontri inaspettati.
Tra questi, spicca quello con una delegazione di Monte San Martino, organizzato grazie ad Alberto Federico Marini, originario di Amandola e ambassador dei Sibillini. «Il nostro grazie, davvero di cuore, a Marini», ha dichiarato un rappresentante del gruppo, definendo l’incontro «una tappa indelebile» per la piccola realtà marchigiana. Un episodio minore, se confrontato con il programma ufficiale, ma significativo nel mostrare come la visita abbia toccato anche realtà lontane dai riflettori.
Il terzo giorno del soggiorno ha visto il re incontrare Giorgia Meloni a Villa Pamphili, dove la presidente del Consiglio gli ha donato un barattolo di Nutella personalizzato, gesto che ha strizzato l’occhio alla tradizione dolciaria italiana. Successivamente, accompagnato da Sergio Mattarella, Carlo si è recato all’ex Mattatoio, prima di tenere un discorso alle Camere riunite a Montecitorio. «Spero di non stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia», ha scherzato il sovrano, parlando in un italiano che ha sorpreso per la scioltezza.