Blitz contro una organizzazione jihadista, a capo una donna

Si sono radicalizzati inneggiando alla Jihad islamica senza frequentare moschee o altri luoghi di preghiera fisici, ma attraverso propaganda online, in particolare nei lunghi mesi di solitudine del Covid davanti agli schermi di pc e cellulari. Così cinque giovanissimi, uno anche minorenne, hanno formato una associazione terroristica denominata "Da'Wa Italia", cioè "Chiamata alle armi Italia". A capo una ragazza, ventenne di origine pachistana residente a Bologna (Tiscali Notizie)

La notizia riportata su altri media

A capo del gruppo accusato di inneggiare al martirio e alla jihad sui social e di cercare proseliti da inviare su luoghi di battaglia e addestramento delle milizie jihadiste, per l’accusa guidata dai pm Morena Plazzi e Stefano Dambruoso c’era una ragazza. (il Resto del Carlino)

"Questa vicenda conferma la presenza di un’ideologia radicalizzata nell’ambito di queste comunità nel contesto di una rete nazionale dedita alla promozione e al rafforzamento delle formazioni terroristiche Al Qaeda e Isis, protagoniste di tanti attentati che in questi anni hanno funestato l’Europa con lutti e violenze" . (il Giornale)

Cinque giovani di origine straniera residenti in Italia sono stati arrestati in quanto ritenuti responsabili di aver costituito o fatto parte di un’associazione terroristica a sostegno di Al Qaeda e dell’Isis. (Liberoquotidiano.it)

Terrorismo, venerdì l'interrogatorio della 18enne spoletina

È tornata dal Pakistan, suo Paese natale, nemmeno due settimane fa la ragazza di 22 anni residente a Bologna arrestata ieri nel blitz dei carabinieri del Ros, dopo una complessa indagine della Procura di Bologna coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, con l'accusa, insieme ad altri quattro giovani tra cui il fratello minore, di aver messo in piedi, tramite strumenti online, un'associazione terroristica dedita alla promozione, al consolidamento e al rafforzamento di formazioni come "Al Qaeda" e "Stato Islamico". (La Stampa)

“Civico 25” non è solo una pizzeria con 80 posti a sedere all’interno e altrettanti all’esterno, ma anche un luogo dove i ragazzi con disabilità potranno trovare un’opportunità di lavoro, acquisire competenze e costruire un futuro migliore. (Castelbolognese News)

Scopo delle ragazze, stando agli investigatori, era fare proselitismo sui social per sostenere la causa jihadista e raccogliere fondi per le famiglie dei prigionieri. (RaiNews)