Gaza, l’agonia del nord: oltre 70 morti nei raid. Offensiva Idf su Beirut: “È la fine di Hezbollah”

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Ucraina Guerra tra Gaza e Israele

TEL AVIV — Una lunga fila di corpi allineati al bordo del marciapiede, in una stradina polverosa di Beit Lahia: «Sono tutti morti, papà… Sono rimasta solo io», piange al telefonino una ragazza accarezzando uno dei lenzuoli bianchi in cui sono avvolti i cadaveri. «Nel nord della Striscia è un incubo, e sta peggiorando», denuncia l’inviato speciale Onu per la pace in Medio Oriente, Tor Wennesland, … (la Repubblica)

La notizia riportata su altri media

I bombardamenti quasi incessanti … Ma alcuni giorni fa, i raid aerei sono ripresi nella regione di Jabaliya, nel nord della Striscia, dove l’esercito israeliano non risparmia né i campi profughi né gli ospedali. (Il Fatto Quotidiano)

ROMA – A un anno dall'inizio del conflitto la minaccia della carestia incombe ancora su tutta la Striscia di Gaza, con un numero sempre maggiore di persone che rischiano di non avere abbastanza cibo e le cui condizioni di vita peggioreranno con l’arrivo della stagione invernale, sottolinea il nuovo rapporto pubblicato dall'Integrated Food Security Phase Classification (IPC). (la Repubblica)

Unwra, la più grande agenzia umanitaria delle Nazioni Unite a Gaza, afferma che venerdì 20.000 persone sono fuggite da Jabalya. Hanno bisogno di tutto, compresi cibo, acqua, coperte e materassi: il fondamento del fondamento", afferma il commissario generale dell'Unrwa Philippe Lazzarini in un post su X. (Corriere Delle Alpi)

Il Piano dei generali. Affamare e sfollare Gaza nord: la strategia che Israele nega e che irrita gli Usa (di L. Santucci)

Il mese scorso sono stato a Gaza e ho ascoltato in prima persona il personale ospedaliero, anche a Kamal Adwan - l'unica struttura nel nord con un'unità pediatrica, dove i bambini gravemente malati vengono curati in condizioni sempre più disperate. (UNICEF Italia)

Bambini che si vedono strappare braccia e gambe, persone che non hanno la possibilità di urlare o di alzarsi in piedi per scappare. Loro, i disabili a Gaza, sono le vittime più fragili del conflitto. L’impatto degli attacchi è più forte sugli individui con disabilità fisiche e/o mentali, già presenti o acquisite. (Ultima Voce)

Dal 30 settembre nel nord della Striscia di Gaza entra poco o niente. Né acqua, né cibo, né medicine. Qualcosa in qualche modo è passato, mentre uno strappo alla regola è stato concesso per il carburante necessario per far funzionare gli ospedali. (L'HuffPost)