Chiamava Di Pietro "Ninì" ma stava esplodendo tutto. Poi la ruota girò nel 1994

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il Giornale INTERNO

È un ricordo personale, rassegnatevi, m'importa zero dell'epitaffio storico dell'ultimo sindaco «politico» di Milano. A Pillitteri devo il primo articolo che scrissi sul Giornale, nel 1995: ci arrivo dopo. Lo conobbi perché aveva letto sull'Avanti! una mia inchiesta su un socialista, Renato Amorese, che si era suicidato e che era stato infamato anche da morto. Era l'autunno 1992, io avevo 24 anni ed era un periodo in cui i pilastri che reggevano il mondo andavano a fuoco e, in attesa che il nuovo si affacciasse, miliardi di frammenti insignificanti precipitavano nel vuoto come cartacce dopo un incendio. (il Giornale)

La notizia riportata su altri media

Ieri mattina è stato il figlio Stefano, anche lui con un passato da assessore nella giunta Moratti, a scrivere: «Ahimè devo annunciare a tutti quelli che gli volevano bene (e sono tanti) che mio padre ha scelto questo giorno per salutarci per sempre». (il Giornale)

In occasione dei funerali, il sindaco Giuseppe Sala ha proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata, in segno di cordoglio e partecipazione della comunità milanese, e ha disposto l’esposizione della bandiera civica a mezz’asta nelle sedi comunali. (MilanoToday.it)

Paolo era contentissimo di rivedere tante volti a lui noti e di “riprendere il filo del discorso“ per il futuro di Milano. "L’ultimo incontro con Paolo Pillitteri? Lo scorso 3 novembre in Consiglio comunale, per la presentazione dell’associazione degli ex consiglieri milanesi. (IL GIORNO)

«Era un uomo di estrema simpatia, di grande cultura e curiosità, con una passione politica ereditata dalla madre partigiana. Come sindaco «patì il fatto di essere il cognato di Craxi, ma si fece amare dai milanesi in un periodo in cui la città era retta da un socialismo riformista che la vedeva cresc… (La Repubblica)

La Milano col Ramazzotti nel bicchiere e il coeur in man ha perso uno dei suoi espone… (La Repubblica)

Milano – «Che anni straordinari quelli con Paolo Pillitteri per la moda. Milano era una città aperta al mondo delle sfilate e del design, al glamour che faceva grande la città a livello internazionale. (la Repubblica)