Georgia: il premier nega di aver sospeso adesione all'Ue, Corte respinge il ricorso sulle elezioni
Di Euronews Il premier georgiano ha dichiarato che il messaggio in cui ha annunciato la sospensione dei colloqui con l'Ue per l'adesione della Georgia, è stato franteso e ha accusato i funzionari Ue di ostacolare il processo. La Corte Costituzionale ha respinto il ricordo contro il risultato delle elezioni PUBBLICITÀ Il primo ministro della Georgia Irakli Kobakhidze ha negato martedì che il suo governo si stia allontanando dall'adesione all'Unione Europea. (Euronews Italiano)
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L'attivista Elene Kokhreidze racconta ad Adnkronos le violenze subite dai manifestanti, la lotta per una Georgia europea e l'ombra russa dietro al governo (Adnkronos)
Il ricorso era stato presentato dalla presidente della Repubblica Salome Zurabishvili e da 30 politici dei partiti dell’opposizione europeista, guidata dalla stessa Zurabishvili. (Il Fatto Quotidiano)
Sesta notte di proteste in Georgia, dove i filo-europeisti sono scesi in piazza dopo la sospensione dei colloqui di adesione all’Unione europea. Indossando maschere antigas e utilizzando scudi artigianali per deviare i gas lacrimogeni della polizia, migliaia di dimostranti si sono riuniti di nuovo di fronte al Parlamento nella capitale Tbilisi. (LAPRESSE)
Gli intossicati dal gas vengono curati mentre altri prendono il loro posto. Per resistere ai gas lacrimogeni i giovani georgiani si sono organizzati, appena le bombolette toccano il suolo i manifestanti le prendono per spostarle lontano dalla folla. (Corriere della Sera)
Ventidue persone sono state arrestate ieri durante un'altra azione di protesta nella capitale Tbilisi, ha riferito il servizio stampa del ministero degli Interni del Paese. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Continuano i violenti scontri in Georgia tra manifestanti europeisti e polizia: il bilancio di ieri è di almeno 26 feriti, come rende noto il ministero della Sanità georgiano precisando che "26 persone sono state trasferite in ospedale, tra cui 23 manifestanti e tre rappresentanti del ministero degli Interni", ovvero poliziotti. (la Repubblica)