Respingimenti e frontiere chiuse, l’Unione europea in tilt dopo la caduta di Assad

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LA NOTIZIA ESTERI

La caduta del regime di Bashar al-Assad, un evento che avrebbe dovuto generare speranza per il popolo siriano, sta invece svelando l’ennesimo fallimento dell’Europa nel difendere i principi che proclama a ogni tavolo internazionale. Non appena la notizia è arrivata, il riflesso istintivo di molti Stati membri non è stato quello di prepararsi a sostenere una transizione complessa o garantire protezione a chi fugge da anni di conflitto, ma di chiudere porte e sospendere vite. (LA NOTIZIA)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Eppure, nessun'altra domanda è più importante per i governi dei milioni di siriani che hanno cercato rifugio in Europa. La caduta di Bashar al-Assad ha sollevato complesse questioni sul futuro dei milioni di rifugiati siriani fuggiti dalla guerra in Europa (Euronews Italiano)

“Esprimiamo sgomento e preoccupazione per la decisione, assunta da diversi Paesi europei comprese le autorità italiane, di sospendere l’esame delle domande di protezione internazionale dei cittadini siriani, sia quelle già presentate in passato, sia quelle presentate a seguito della recentissima caduta del governo di Assad. (Fp Cgil)

Ancora risuona l’eco della caduta di Damasco e nessuno ha un’idea precisa di cosa seguirà: gli ex jihadisti rassicurano circa la natura inclusiva dell’ordine politico che intendono costruire, Israele bombarda la Siria e sconfina con i tank, le milizie filo-turche attaccano le regioni dell’autogoverno curdo, gli Usa bombardano l’Isis. (il manifesto)

Siriani in Svizzera, “ogni caso andrà valutato singolarmente”

Che fare? Aspettare, rispedirli a casa, o tenerseli? Nel coro di proposte giunte da ogni angolo dello spettro parlamentare, una voce molto autorevole si è levata forte e chiara sorprendendo tutti: quella del ministro degli interni bavarese Joachim Herrmann (Csu), che ha detto che i rifugiati ben integrati che lavorano dovrebbero rimanere se lo vogliono. (ilmessaggero.it)

Ma la sinistra italiana non perde mai tempo per farsi riconoscere e comincia intanto a scatenare le proprie penne migliori per convocare i profughi siriani tutti qui mentre l’Europa – in molti paesi – avvia le pratiche per il rimpatrio di quelli che erano arrivati dal tempo di Assad. (Liberoquotidiano.it)

Di: SEIDISERA-Alan Crameri/AlesS (RSI Radiotelevisione svizzera)