La Russa spiato: "Pazzali era un mio vecchio amico, chi c'è dietro"

"Stupito più che allarmato" e "disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la 'colpa' di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati". Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in un colloquio con il Corriere della Sera, commenta le nuove, sconcertanti notizie sul fronte dossieraggio. Il presidente del Senato e fondatore di Fratelli d'Italia era tra i personaggi pubblici finiti nella rete degli hacker della Equalize, l’agenzia di investigazioni di Enrico Pazzali che avrebbe redatto migliaia di dossier abusivi. (Liberoquotidiano.it)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Basterebbe questa frase per spiegare a quale livello sia giunta l’associazione di “spioni” scoperta dalla procura di Milano: avevano in “squadra” gli stessi “manutentori” del sistema … (Il Fatto Quotidiano)

Competente sui contenziosi riguardanti banche e società quotate in borsa. Ve la ricordate Carla Romana Raineri, già capo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi? Ebbene, attualmente è presidente della prima sezione civile della Corte d’appello di Milano. (Secolo d'Italia)

Persino il super poliziotto Carmine Gallo, oggi agli arresti domiciliari, è sorpreso dalle ricerche che Enrico Pazzali chiede di fare ai suoi collaboratori. Assieme a quello del presidente del Senato Ignazio La Russa, dell’ex sindaca di Milano Letizia Morat… (La Repubblica)

Ecco i 30 pugliesi finiti nei dossier di Milano: dal faccendiere dalemiano De Santis agli insospettabili

Nunzio Samuele Calamucci, come emerso dagli atti, diceva che avrebbe avuto "a disposizione" un "hard disk contenente ottocentomila Sdi", ossia informazioni acqui… (L'HuffPost)

E' quanto emerge dagli atti dell'inchiesta della Dda di Milano. La banda di presunti hacker facenti capo all'Equalizer di Enrico Pazzali e Carmine Gallo avrebbe spiato anche cittadini russi e kazaki. (La Stampa)

Notizie su precedenti penali, guai col fisco e persino i rapporti con l’Inps. Sono circa una trentina i nominativi di persone nate tra Puglia e Basilicata su cui avrebbe compiuto ricerche il gruppo travolto dall’inchiesta della Direzione distrettuale Antimafia di Milano sul furto di informazioni dalle banche dati. (La Gazzetta del Mezzogiorno)