Emily in Paris a Roma? Macron sbotta, svelata l'ipocrisia degli europeisti di comodo
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Se siete fan accaniti di Netflix, avrete senz’altro visto o almeno sentito parlare della serie tv Emily in Paris. Tratta la storia di una giovane responsabile marketing di una società di Chicago, spedita a Parigi dopo l’acquisizione di un’attività francese per curarne l’immagine. Sembra il classico racconto di un’americana in Europa, che poco a poco deve abituarsi a un nuovo modo di vivere. Ma il successo è stato eclatante con risvolti positivi per il turismo nella capitale francese. (InvestireOggi.it)
Su altre testate
Il presidente francese spara a zero sulla scelta della serie-cult di traslocare nella Capitale. Ma il Campidoglio non molla (Open)
E contro chi? Noi italiens, colpevoli di aver rapito Emily, peggio della pugnalata alle spalle del 1940, del Tour vinto da Ginettaccio Bartali nel 1948 e del Mondiale del 2006. Perché Emily è roba seria ma fino a un certo punto. (Avvenire)
Dopo che il Presidente francese Macron ha detto di voler “lottare per riportare Emily a Parigi” è arrivata la risposta del sindaco Gualtieri. (Sky Tg24 )
Il solito refrain, mi viene subito da pensare. Anche d’obbligo in un certo senso, se a pronunciarlo è un sindaco uscente, Beppe Sala, che la sua carriera politica l’ha costruita appunto da outsider. (IL GIORNO)
Macron e Gualtieri "si contendono" Emily amica-gallery id="1379951" title="Le acconciature capelli all'italiana di Emily in Paris 4" (AMICA - La rivista moda donna)
Fino a qualche anno fa vissute come un semplice prodotto di intrattenimento, le serie si sono trasformate in strumenti di riflessione sociale attraverso cui plasmare - avete letto bene, sì, plasmare - opinioni e influenzare azioni. (Luce)