Trump verso la conquista di 312 grandi elettori, vince anche il voto popolare

Donald Trump vola verso la Casa Bianca con una vittoria straripante. All'orizzonte si profila la conquista di ben 312 grandi elettori su 538, dopo aver già superato la soglia magica dei 270. Secondo le proiezioni attuali al momento il vincitore di Usa 2024 conta 295 elettori – grazie alla vittoria definitiva in Alaska - contro i 226 di Kamala Harris. Ma il conteggio delle schede elettorali negli Stati Uniti non è ancora terminato. (Italia Oggi)

Se ne è parlato anche su altre testate

Paolo Magri Advisor ISPI (Corriere TV)

L’elezione di Donald Trump arriva dopo lo scontatissimo voto russo, quello indiano (che ha confermato ma con meno forza la leadership di Modi), Corea del Sud, Taiwan. Erano 76 i paesi chiamati al voto nel 2024. (Tiscali Notizie)

I vescovi statunitensi al presidente Trump: ‘Gli insegnamenti della Chiesa rimangono immutati’ Il nuovo presidente ha ricevuto offerte di preghiere e congratulazioni da tanti leader religiosi, a partire dal presidente della Conferenza episcopale statunitense, l’arcivescovo Timothy Broglio. (Diocesi di Lecce)

La vittoria di Trump mi insegna che i valori non servono a niente (di Manginobrioches)

La nuova geografia elettorale rivela questo: Manhattan, più bianca e più ricca, rimane saldamente a sinistra; ma è accerchiata dai «borough» (quartieri) più multietnici e operai come Bronx e Queens dove l’avanzata repubblicana è consistente. (Corriere della Sera)

Ok, ok, la vittoria è un salvacondotto, la volontà popolare assolve ogni cosa e oggi, se proprio vogliamo tormentarci, facciamo un bel dibattito su quanto "la sinistra" (categoria sufficientemente ampia, ormai, da tenere dentro molte specie di cose diverse) abbia perso contatto con la realtà della gente e sia concentrata sui diritti civili, bellissima cosa ma qui c'è da riempire il carrello della spesa e bla bla. (L'HuffPost)

Immigrazione: Jason Miller, uno dei principali consiglieri di Trump, ha dichiarato alla Nbc che Trump intende ripristinare le politiche di frontiera già attuate durante il suo primo mandato e poi abrogate dal presidente Joe Biden, come il programma “Remain in Mexico”, che obbligava i richiedenti asilo ad attendere in Messico mentre le loro domande erano in esame. (Forbes Italia)