Musk e Zuckerberg, dal capitalismo digitale al fascismo delle piattaforme

Ora che anche Mark Zuckerberg, dopo Jeff Bezos, è salito sul carro del vincitore Trump, nominando un uomo a lui molto vicino come Joel Kaplan ai vertici di Meta, il gigante dei social network, al posto del progressista Clegg, il quadro dei poteri e degli interessi che vanno accomodandosi intorno al nuovo presidente si completa e si definisce. E impone un esame non superficiale dei tratti generali assunti dal capitalismo contemporaneo. (il manifesto)

Su altre fonti

Addirittura Mark Zuckerberg che abolisce il fact-checking nelle sue reti sociali: si uniforma esplicitamente alle regole della X dell’avversario Elon Musk.I big della tecnologia in ginocchio. Re magi che portano doni per l’inaugurazione della presidenza Trump. (Corriere della Sera)

Bezos è stato quello che lo ha capito per tempo proibendo ai redattori del Washington Post l’endorsement per Kamala Harris, adesso si stanno consegnando tutti i leader della Silicon Valley, uno ad uno, pagando l’obolo di un milione di euro a testa. (Orticalab)

Appuntamento al 19 gennaio da Hosh charming events ad Acireale, in provincia di Catania. Lo chef Luca Miuccio e l’Associazione “Il Faro” famiglie oltre la disabilità, organizza una cena di beneficenza per il progetto “impara giocando”. (Normanno.com)

Edizione pdf il manifesto dell’8 gennaio 2025

Un primo indizio: l’ingresso nel Consiglio di amministrazione di Meta di Dana White, presente al mega-comizio elettorale di Donald Trump al Madison Square Garden a New York. E che, appunto, stia cercando di ingraziarsi il Partito Repubblicano. (Corriere del Ticino)

Addio lotta alle fake news, John Elkann nel board di Meta, «non vedo l’ora di lavorare» con il presidente: Zuckerberg si allinea a Trump, le piattaforme digitali sono tutte a destra. Starlink in Italia, per Salvini «un’opportunità», per Musk «è fantastico», l’opposizione si infuria (il manifesto)

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