Il retroscena. Riflettori su Abedini: per lo scambio la «doppia tela» con Trump e Biden
La premier italiana Giorgia Meloni a colloquio col presidente eletto Usa Donald Trump. - ANSA Alle 11.25, quando la notizia della liberazione di Cecilia Sala viene diffusa da Palazzo Chigi e rimbalza sulle agenzie di stampa, l’impressione è che il buon esito della vicenda sia giunto perfino prima delle ipotetiche aspettative delle istituzioni italiane. In realtà, al passo che ha portato all’interruzione della detenzione della giornalista, rinchiusa dal 19 dicembre nel super carcere di Evin, si è giunti dopo una intensa trattativa su tre piani - politica, diplomatica e di intelligence - che negli ultimi sette giorni è andata progressivamente definendosi, fino alla svolta di ieri mattina. (Avvenire)
La notizia riportata su altre testate
Sicuramente, in base agli accordi tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Donald Trunp, la sua posizione cambierà prima del 20 gennaio, giorno dell’insediamento del Tycoon alla Casa Bianca. Ma l’ingegnere iraniano, detenuto su richiesta degli Usa per sostegno ai Pasdaran, va verso la liberazione e comunque la non estradizione negli Stati Uniti. (ilmessaggero.it)
Alla Corte d’Appello è stata presentata una nuova richiesta, diversa rispetto a quella precedente, da parte dell’avvocato dell’ingegnere iraniano fermato a Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. (Il Fatto Quotidiano)
Mentre la giornalista Cecilia Sala, detenuta nel carcere iraniano di Evin per circa 20 giorni, è tornata in Italia, nessuna mossa è stata ancora fatta per Mohammad Abedini Najafabadi. L'ingegnere svizzero-iraniano si trova attualmente nel carcere di Opera, arrestato a Malpensa su richiesta di estradizione degli Stati Uniti. (MilanoToday.it)
Perché aldilà degli asettici toni dei comunicati ufficiali i magistrati chiamati a decidere sulla sorte di Mohammad Abedini, l'iraniano in carcere in Italia dal 16 dicembre, erano perfettamente consapevoli della partita che coinvolgeva tanto il businessman tecnologico ricercato dagli Stati Uniti che la giornalista del Foglio e di Chora Media. (il Giornale)
L'istanza dopo il primo no del Pg. L'attesa per l'udienza del 15 gennaio e i nuovi motivi di prudenza (Open)
Il ministro: "Parlato di separazione delle carriere, abbiamo un tratto di estradizione con gli Stati Uniti". Dagli Usa un 'no comment' sul caso (LAPRESSE)