Massimo Giletti torna su Rai 3 con il nuovo programma, Lo Stato delle Cose: ospiti e temi della prima puntata

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Lo Stato delle Cose, il nuovo programma condotto da Massimo Giletti a partire da stasera su Rai 3, segna il ritorno in RAI del conduttore dopo 8 anni. Dopo l'addio forzato a La7, Massimo Giletti torna in TV con un programma tutto suo: si chiama Lo Stato delle Cose, è targato Rai Cultura, ed è pronto al debutto stasera su Rai 3 alle 21:20. Dopo glie speciali condotti per la strage di Ustica e per i 70 anni della TV, il giornalista piemontese torna all'approfondimento su temi di attualità con un prodotto che lo vede anche tra gli autori. (Movieplayer)

La notizia riportata su altre testate

Appena qualche accenno nostalgico per poi partire all’esordio con Matteo Renzi, «il guastafeste», per dire che «il campo largo rischia di diventare un campo santo». S’intitola Lo stato delle cose e va in onda il lunedì in prima serata su Rai 3. (Avvenire)

1 A poche ore dal momento in cui sono stati resi noti gli ascolti della prima puntata de Lo stato delle cose, il programma che segna ufficialmente il ritorno di Massimo Giletti in Rai, Usigrai rende nota la posizione dei giornalisti Rai a proposito dei risultati ottenuti da Rai3 nel corso della prima serata del 30 settembre. (Fanpage.it)

Quando Salerno lo scorso anno mi chiese di lasciare la Rai e passsare a La7 gli dissi che lo avrei fatto solo per un programma culturale alto, per quanto è possibile in tv, in prima serata. E lui disse: ‘Proviamoci’”. (la Repubblica)

Lorenzo scoprirà che Pelayo è un trafficante di armi nelle prossime puntate de La Promessa. Le anticipazioni rivelano che La Mata entrerà di nascosto nel magazzino e vedrà la merce utilizzata dal conte. (SofiaOggi.com)

Ammiraglie praticamente pari, in sovrapposizione: ‘Brennero’ 2,6 milioni, ‘ Fratello’ 2,55. Col traino sbagliato crolla al 2,8% ‘Chissa chi è’ sul Nove. (Primaonline)

E allora? Allora non so. Il prevedibile non è cultura, la noia non è cultura, l’incapacità di prendere al volo un evento, come i primi spostamenti via terra dell’esercito israeliano all’interno dei confini libanesi, e farne il perno della trasmissione non è cultura. (Corriere della Sera)