Il Csm approva la risoluzione per i giudici di Bologna

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Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha approvato, con una larga maggioranza, una risoluzione a tutela dei giudici di Bologna, gli stessi che avevano rinviato alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri. La decisione, che ha visto 26 voti favorevoli e 5 contrari, rappresenta una presa di posizione ufficiale dell'organo di governo autonomo della magistratura contro le dure dichiarazioni di esponenti del governo, che avevano messo in dubbio l'imparzialità dei giudici coinvolti.

La risoluzione, proposta dalla Prima Commissione del Csm, non ha effetti pratici immediati, ma costituisce un segnale forte di sostegno ai magistrati bolognesi, tra cui Marco Gattuso, che sono stati oggetto di un linciaggio mediatico da parte di alcuni media vicini al governo. Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, non ha partecipato al voto, mentre i soli laici di centrodestra si sono espressi contro la delibera.

Il contesto di questa vicenda risale alla decisione dei giudici di Bologna di rinviare alla Corte europea di giustizia il decreto legge sui Paesi sicuri, una mossa che ha scatenato una serie di attacchi mediatici e politici. La risoluzione del Csm, pur non avendo conseguenze immediate, rappresenta una difesa istituzionale dei giudici e una condanna delle dichiarazioni ritenute non correlate al merito delle argomentazioni giuridiche sviluppate nell'ordinanza.

L'approvazione della risoluzione da parte del plenum del Csm, con una maggioranza schiacciante, sottolinea la gravità della situazione e la necessità di proteggere l'indipendenza della magistratura dalle ingerenze politiche.