Cremona, straniera tolta dalla graduatoria delle case popolari, il giudice: «È discriminatorio, Aler deve reinserirla»
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Cittadina egiziana, in Italia da più di vent’anni, quando, nel 2023, ha fatto domanda per la casa popolare, è risultata prima in graduatoria. Ma l’Aler, applicando la normativa nazionale, l’ha cancellata «violando» la normativa europea. Ha tirato una riga con «un provvedimento discriminatorio» per il giudice, che ha ordinato all’Azienda lombarda per l'edilizia residenziale di reinserire la donna in graduatoria. (Corriere Milano)
Su altre fonti
“L’ideologia della destra”, fa sapere il consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, “produce ancora una volta danni. La sentenza del tribunale di Milano che ha definito ‘discriminatorio’ il regolamento di accesso agli alloggi pubblici che premia la residenza pregressa rispetto al bisogno, porterà di fatto a un blocco totale delle assegnazioni“. (CremonaOggi)
La prima sezione civile ha valutato sproporzionati e discriminatori i criteri applicati: punteggi troppo alti per abita in quelle case da più tempo e di conseguenza evidente lo svantaggio per chi è in condizioni di maggiore bisogno. (TGR Lombardia)
Il rischio è questo: assegnare gli alloggi popolari in base al tempo di residenza in Lombardia piuttosto che dare le case a chi ne ha più bisogno. (Corriere Milano)
Il regolamento regionale sull’assegnazione delle case popolari è da rifare perché discrimina gli immigrati. (La Repubblica)
Milano – Gli anni di residenza in Lombardia e in un Comune lombardo non possono diventare il criterio in base al quale decidere a chi debba essere assegnata una casa popolare. Al contrario, si tratta di un criterio “discriminatorio”. (IL GIORNO)