Aumento requisiti pensioni: 67,3 anni per la pensione di vecchiaia e poi oltre i 70 anni, ecco in calcoli
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Il fatto che, a causa dei troppi decessi durante la pandemia, la vita media della popolazione sia diminuita non può certo essere considerato un dato positivo. Ma se guardiamo questa situazione dal punto di vista previdenziale, il paradosso è che si tratta di una cosa positiva. Perché paradossale è il nostro sistema previdenziale. Esso, infatti, prevede aumenti costanti dei requisiti delle pensioni se la popolazione vive più a lungo. (InvestireOggi.it)
La notizia riportata su altre testate
Da alcuni anni il sistema pensionistico italiano è al centro del dibattito pubblico e delle polemiche generali. Il progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione, ha contribuito ad un inevitabile innalzamento dell’età pensionabile. (CasertaNotizie.com)
“Poco più di un decennio fa, nel 2011, il personale scolastico andava in pensione con Quota 96, che corrispondeva a 60 anni di età e 36 anni di contributi versati, e con l’assegno di quiescenza quasi corrispondente all’ultimo stipendio: oggi bisogna attendere 67 anni, a breve anche 5 mesi in più, rischiare di prendersi patologie di vario genere legate al burnout e si riceve un assegno pensionistico tagliato almeno del 30% rispetto alla busta paga. (Orizzonte Scuola)
Dal 2029 via dal lavoro a 67 anni e 5 mesi, poi tutti a 70 anni. Anief: improponibile per il personale della scuola e con effetti devastanti per gli alunni Di Altro che pensione anticipata, la riforma previdenziale allo studio del Governo prevede che dal 2029 l’uscita dal lavoro per ‘vecchiaia’ passerà dagli attuali 67 anni a 67 anni e 5 mesi. (Orizzonte Scuola)
L’età del pensionamento dei lavoratori italiani è destinata a salire. Il risultato di tutto queste dinamiche sta mettendo in crisi sempre più nera le casse dell’Inps. (Tecnica della Scuola)
Entro il 2055 in pensione a 70 anni, già dal 2029 si andrà a 67 anni e 10 mesi. Le proiezioni Di (Orizzonte Scuola)
Le riforme previdenziali hanno ridotto fortemente gli assegni pensionistici dei lavoratori, in particolare quelli di insegnanti e personale Ata che già purtroppo possono contare su degli stipendi che figurano tra i più bassi della pubblica amministrazione: nella scuola si percepiscono, infatti, attorno ai 30mila euro lordi annui contro i 34mila medi della Pa. (Tecnica della Scuola)