Il caso Osimhen è il monumento allo spreco e alla follia del calciomercato di oggi

Il caso Osimhen è il monumento allo spreco e alla follia del calciomercato di oggi Non so se abbia senso ormai scoprire chi sia il colpevole principale del caso Osimhen. Credo sia praticamente impossibile trovare un innocente, sempre posto – visto dalla parte di De Laurentiis – che ognuno fa dei suoi soldi ciò che vuole, per cui se ne butta così tanti dalla finestra affari suoi. E – visto dalla parte del giocatore – che ognuno può chiedere e pretendere i soldi che ritiene fino a quando viene mandato a quel paese e soffoca della propria stessa ingordigia. (Bloooog!)

La notizia riportata su altre testate

Antonio Caliendo, agente di calciatori, ha rilasciato un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli: “La prima volta che vidi Osimhen nel Napoli, anni fa, pensai che sarebbe diventato un calciatore da 200 milioni. (Tutto Napoli)

Due popoli. E cresce a vista d'occhio. (GianlucaDiMarzio.com)

Nell'ultima settimana abbiamo assistito a un double standard da meraviglia. E poi magnificare l'addio di Victor Osimhen che, un anno fa, di milioni ne valeva 130 e che ora stava per essere acquistato per 65 dall'Al Ahli. (Tutto Juve)

Con la vicenda Osimhen ci abbiamo perso tutti

"Era l'eroe, ora gli restano solo i soldi". Titola così un articolo nell'edizione odierna de Il Corriere dello Sport a tema Victor Osimhen, diventato nell'arco di pochi mesi da eroe del terzo Scudetto a esubero extra lusso della rosa azzurra dopo aver visto saltare i possibili trasferimenti delle ultime ore di mercato, che lo potevano portare a vestire le maglie di Chelsea o Al Ahli. (TUTTO mercato WEB)

La purificazione dell''emarginato' dalla squadra era... Osita Okolo, cognato di Victor Osimhen ed ex appartenente al suo vecchio entourage, lo ha attaccato in un post pubblicato su X nel quale ha ringraziato il Napoli per il comportamento adottato nei confronti del giocatore. (Today.it)

Da qualche parte, in tribuna, Aurelio De Laurentiis avrebbe potuto persino permettersi di sussurrare che «qui non si bada a spese», alla maniera del John Hammond di Jurassic Park, per celebrare il primo vero calciomercato di rottura della sua gestione ventennale. (Undici)