Droga la moglie e la fa violentare da decine di uomini: "Ora le chiedo perdono, non se lo meritava"

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Per dieci anni ha drogato, violentato e fatto violentare la moglie, abusata da decine di estranei mentre era incosciente. Un inferno venuto a galla dopo 50 anni di matrimonio e che adesso vede l'uomo, Dominique Pelicot, sul banco degli imputati del tribunale penale di Avignone, nel sud della Francia. Davanti ai giudici il 71enne ha ammesso le sue colpe: "Sì, sono uno stupratore. Anzi, sono uno stupratore come gli altri in questa stanza", rivolgendosi agli altri coimputati. (EuropaToday)

Ne parlano anche altri media

Gisele P, la donna drogata dal marito e violentata da 50 uomini: la testimonianza di uno degli stupratori Lo stupratore: "Mi dispiace, posso solo immaginare l'incubo che ha vissuto... e io sono parte di questo incubo" (Milleunadonna.it)

La vicenda emerge dal processo in corso al tribunale di Avignone contro Dominique Pelicot e le decine di uomini accusati di aver abusato della donna che il marito aveva precedentemente drogato e stordito con farmaci. (Fanpage.it)

Il processo che è iniziato nelle scorse settimane ha sconvolto l’opinione pubblica francese, con la stessa Pelicot, oggi 72enne, che ha insistito perché le udienze si tenessero a porte aperte. «Spero che il giorno in cui una donna si sveglierà al mattino senza ricordare cosa ha fatto il giorno prima forse penserà alla mia testimonianza». (Open)

Le guardie di sicurezza del supermercato lo avevano notato mentre filmava sotto le gonne alcune clienti. Così grazie ad una serie di denunce presentate dalle donne, Dominique Pelicot è stato sottoposto a perquisizione e trovato in possesso di centinaia di video e foto degli stupri di gruppo sulla moglie. (Il Fatto Quotidiano)

L'ammissione di uno dei 50 uomini accusati dello stupro di Gisèle Pelicot in Francia. alla Corte: "Non avrei mai immaginato che lei non sapesse ma sono colpevole di stupro perché quando ho visto che era priva di sensi sarei dovuto andare via ma non ho detto nulla". (Fanpage.it)

Un’avvocata impegnata in un doloroso processo per stupro ha il diritto di utilizzare i social network in modo “frivolo”? È quel che si chiede l’opinione pubblica francese, visibilmente scossa dalle performance su Tik tok e Instagram della penalista Nadia El Bouroumi, responsabile della difesa di Jean-Marc L. (Il Dubbio)