I casi risolti da Stucky all'osteria
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Un ispettore di polizia che odia la vista dei cadaveri, non possiede un cellulare, né un computer, e non ha nemmeno la patente: sembra incredibile, ma è proprio così. Giuseppe Battiston interpreta Stucky, un ispettore di origini persiane che, armato solo di taccuino e di una flemmatica precisione, risolve i suoi casi all'osteria, lontano dalla frenesia della questura. La nuova serie Rai, ispirata ai romanzi di Fulvio Ervas, ha debuttato mercoledì 30 su Raidue e Raiplay, ottenendo un buon esordio con oltre 1,5 milioni di telespettatori e l'8% di share.
Stucky, con il suo sguardo sornione e il distacco ironico, si muove tra le pieghe oscure del Nord-Est italico, un mondo di valori, tradizioni, istituzioni, furbizie e superficialità. Beve lo spritz solo per la fetta d'arancia sul fondo del bicchiere e, con la stessa comprensione profonda, indaga sulla pelle della Treviso bene. La serie, firmata Rai Fiction, ha riportato vigore a Rai 2, che negli ultimi tempi aveva visto un calo di ascolti significativo, scivolando all'ultimo posto fra le reti generaliste con un risicato 3,5% di share nel prime time.
Il successo di Stucky è un segnale positivo per la seconda rete Rai, che ha recentemente annunciato la chiusura di alcuni programmi, tra cui "L'altra Italia" e "Se mi lasci non vale" di Luca Barbareschi. La fiction, con il suo mix di tatuaggi, spritz e un tocco di Persia, sembra aver colpito nel segno, restituendo vitalità a un canale in difficoltà.