Renzi indica la via: «Noi a sinistra» Marattin si sfila, Calenda lo attacca

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Ponte sullo Stretto

La strada è tracciata. Matteo Renzi punta a spostare il campo largo al centro, entrando a pieno titolo nella coalizione guidata dal Pd e della quale fanno parte anche M5S, Avs e, a fasi alterne, Azione e Più Europa. La scelta di campo, nell’aria da settimane, è stata ufficializzata ieri, quando nella e- news ha scritto che «il Paese è molto più affezionato al bipolarismo di quanto lo siamo stati noi» e per questo «alle prossime politiche l’unica possibilità per cambiare rispetto al governo Meloni e Salvini è costruire un centrosinistra che costruisca un patto di governo puntuale, sui temi programmatici». (Il Dubbio)

Se ne è parlato anche su altri media

E indispettisce, per usare un eufemismo, Giuseppe Conte: il presidente M5s è l’unico a far capire chiaramente di non volere Renzi in squadra. ROMA. (La Stampa)

La questione politica di Matteo Renzi sta diventando davvero imbarazzante. Renzi ormai ragiona così: “Sai che c’è di nuovo? Ho fatto l’alleanza con Calenda, non ha funzionato; dovevo essere l’erede di Berlusconi, non ha funzionato; ho pensato di fare il Terzo polo, non ha funzionato; sono il blairiano e il macronista italiano, non ha funzionato; ho fatto cadere Conte, non ha funzionato; adesso che faccio? Mi metto di nuovo con Conte, con la CGIL, vado lì in quella bella pattuglia di persone che manifestano contro Toti”. (Nicola Porro)

Chi frequenta la politica sa che Matteo Renzi ha le proverbiali sette vite di un gatto. In questo senso, nell’intervista al Corriere della Sera, infatti, oltre alla proposta di un’alleanza e all’ipotesi della trasformazione di Iv in una sorta di Margherita, c’è anche un altro passaggio che è indicativo. (Corriere Roma)

Renzi-Schlein pronti all’alleanza “larga”: «Contratto alla tedesca ed Elly premier»

/07/2024 06:00:00 (Tp24)

Con la sua ultimissima offerta votiva ai suoi diversi ex nemici Matteo Renzi si sposta definitivamente al di là del bene e del male, lungo un orizzonte in cui tutto si combina con il contrario di tutto, in bilico fra la meraviglia del possibile e il baratro dell’insignificanza. (la Repubblica)

Lo scatto che da solo vale a cementare un’alleanza. ROMA Chissà se verrà ricordata come «la foto dell’Aquila». (ilmessaggero.it)