Una catena di «incidenti» che inquinano suolo e aria

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il manifesto INTERNO

L’esplosione di Calenzano, alle porta di Firenze, non è il primo «incidente rilevante», con impatti per le persone e l’ambiente, che negli ultimi anni ha avuto come protagonista impianti Eni in Italia. Il 30 novembre 2021 è scoppiato un incendio accompagnato da un forte boato all’interno della raffineria Eni di Stagno nel Comune di Collesalvetti, in provincia di Livorno (è quello da cui provengono i combustibili stoccati a Calenzano). (il manifesto)

La notizia riportata su altri giornali

"Se avvenisse un incidente rilevante, incendio o esplosione, sarebbe tagliata in due l'Italia, oltre ai danni prioritari per persone e lavoratori", aveva scritto l'ente. A dare nuovamente l'allarme nel 2020 era stata la cooperativa Medicina Democratica. (Il Giornale d'Italia)

Dal primo pomeriggio il locale è diventato infatti un punto di accoglienza per i familiari dei dispersi nel tragico scoppio nell’area del deposito di stoccaggio carburanti Eni di via Erbosa, dirottati qui dal 118. (LA NAZIONE)

L'incidente ha causato la morte di quattro persone, con 14 feriti, alcuni dei quali ancora ricoverati in condizioni critiche. Il giorno dopo l'esplosione di uno stabilimento Eni a Calenzano è emerso il filmato di una sorveglianza. (Il Giornale d'Italia)

È sorto nel 1956, quando nella Piana c’erano pochi insediamenti industriali e a Peretola atterravano solo piccoli aerei privati e qualche DC-3 per collegamenti nazionali. (Corriere Fiorentino)

Poi le fiamme. L’aria che si fa bollente in una frazione di secondo. (LA NAZIONE)

E tutti conoscevano la prima vittima identificata – al momento sono due i morti accertati, tre dispersi e nove feriti – della tragedia che, a distanza di dieci mesi dal crollo di via Mariti a Firenze, ha sconvolto il capoluogo toscano. (LA NAZIONE)