Nel testo della Manovra 2025 c’è una riga che affossa un intero settore: il problema della Web Tax

Nel testo della Manovra 2025 c’è una riga che affossa un intero settore: il problema della Web Tax
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Fanpage.it ECONOMIA

L'Articolo 4 del testo che definisce la Legge di Bilancio 2025 estende la Web Tax a qualsiasi impresa che si occupi di servizi digitali. Prima questa tassa era riservata solo alle Big Tech, le società che avevano un fatturato globale di almeno 750 milioni di euro. (Fanpage.it)

Su altri giornali

L’intento annunciato era di colpire i giganti del web, ma se il provvedimento inserito nella manovra finanziaria dal Governo Meloni non cambierà, nel 2025 rischia di trasformarsi in un balzello sulle piccole e medie imprese digitali editoriali. (AostaSera)

La misura contenuta nel ddl Bilancio paradossalmente colpisce tutte le imprese digitali italiane, sottoponendole a una duplice tassazione e accentuando così la disparità di trattamento e lo svantaggio competitivo nei confronti dei colossi globali del web (Milano Finanza)

La percentuale di tassazione del 3% va pagata sui ricavi delle attività digitali. La web tax oggi dev’essere versata dalle grandi aziende tecnologiche e dalle piattaforme digitali italiane e straniere, come Facebook, Google o Airbnb. (Il Fatto Quotidiano)

La Manovra spiazza l’editoria

«Una mazzata» per il settore dell’innovazione. Con il rischio di veder fuggire all’estero imprenditori e capitali. La manovra finanziaria punta a estendere la “web tax”, pari al 3% sul fatturato, ad ogni realtà che abbia ricavi derivanti da servizi digitali. (La Repubblica Firenze.it)

Lo afferma l’ufficio studi della Cgia di Mestre. Guardando all’aggregato, le aziende italiane prese in esame producono un fatturato annuo 90 volte superiore a quello riconducibile alle big tech, ma in termini di imposte pagano 120 volte più delle seconde. (Qdpnews.it - notizie online dell'Alta Marca Trevigiana)

Da una parte c’è quella dell’informazione dei giornali che vede inaspettatamente estendere e applicare anche a loro una web tax sui servizi digitali legati alla pubblicità targetizzata, dall’altra c’è il comparto librario stupito non da qualche provvedimento ma dall’assenza di qualsiasi provvedimento per il rilancio del settore in un paese con l’indice di lettura tra i più bassi d’Europa. (Italia Oggi)