Timori sulla ripresa dell’economia in Cina e crollo dei prezzi del petrolio penalizzano le Borse europee

Timori sulla ripresa dell’economia in Cina e crollo dei prezzi del petrolio penalizzano le Borse europee
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Bizjournal.it - Liguria ECONOMIA

I timori sulla tenuta dell’economia cinese e il crollo del prezzo del petrolio, dovuto al pessimismo dell’Opec sulle previsioni di crescita della domanda per il 2024 e il 2025, e quindi sulla crescita dell’economia globale, hanno frenato le Borse europee, nonostante Wall Street abbia registrato i risultati sopra le aspettative di colossi come Bank Of America, Citigruop e Goldman Sachs. Solo Madrid ha chiuso in rialzo (+0,67%), Milano segna -0,29%, Francoforte -0,1%, Parigi -1,05%, Londra -0,52%. (Bizjournal.it - Liguria)

Su altre testate

Ovviamente, il mondo continua a speculare su quando Israele lancerà un attacco di ritorsione. Dopo che gli Stati Uniti hanno deciso di schierare un ulteriore sistema di difesa missilistica in Israele, si è diffusa la speculazione che un attacco israeliano fosse imminente. (XTB)

Sell-off a Piazza Affari sui titoli petroliferi (Milano Finanza)

A Roma, fino al 18 ottobre, in scena il Mercato internazionale dell’audiovisivo con “Mia Market 2024” – giunto quest’anno alla decima edizione, nelle sedi di Palazzo Barberini e del Cinema Barberini. (Frosinone News)

Israele potrebbe non colpire i pozzi iraniani. Altro ko per il prezzo del petrolio

Crolli dei prezzi del petrolio nelle contrattazioni mattutine, mentre il premier israeliano ha rassicurato gli alleati statunitensi che la rappresaglia contro l'attacco missilistico italiano colpirà installazioni militari, evitando quindi impianti petroliferi. (Tiscali Notizie)

Prezzi del petrolio in forte calo dopo il taglio delle previsioni dell’Opec sulla crescita della domanda dovuto soprattutto alla frenata cinese. Netanyhau: “Non colpiremo siti petroliferi e nucleari in Iran”. (FIRSTonline)

Il timore era di un vendetta israeliana sull’ex Persia, che a sua volta si sarebbe potuta rifare tentando di bloccare lo stretto di Hormuz, cioè la porta verso il mondo del greggio del Golfo Persico. In quel tardo pomeriggio il prezzo del petrolio iniziò a galoppare rivedendo nei giorni successivi i massimi da 6 settimane. (GEA)