Anche l’Europa potrebbe vietare i software cinesi sulle auto

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AlVolante ECONOMIA

Mentre la Cina chiede all’Italia di adottare Huwaei come fornitore di servizi di telecomunicazioni in cambio di un investimento per la fabbrica della Dongfeng (qui per saperne di più), l’Europa potrebbe presto seguire l’esempio degli Stati Uniti, che pochi giorni fa hanno annunciato l’intenzione di mettere al bando i software cinesi e russi dalle auto destinate al loro mercato (qui la news). Anche Bruxelles starebbe infatti pensando a introdurre blocchi verso tecnologie provenienti da paesi considerati “nemici”. (AlVolante)

La notizia riportata su altre testate

In realtà si parla più precisamente di ‘Paesi ostili’, quindi sono inclusi anche altri Stati (come Russia, Iran, ecc.), ma è indubbio che il provvedimento sia rivolto soprattutto ai componenti prodotti in Cina (SicurAUTO.it)

Il presidente degli Stati Uniti, riferendosi ai veicoli connessi, ha dichiarato recentemente che il governo USA vede le auto cinesi come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. L’ambizione della Cina di dominare l’industria automobilistica globale rappresenta un chiaro rischio per la sicurezza degli Stati Uniti. (Cyber Security 360)

Verso una guerra commerciale sempre più stringente (Quotidiano di Sicilia)

Prosegue in maniera accelerata la campagna messa in atto dal Partito Comunista Cinese per ottenere l’indipendenza tecnologica in campo digitale dall’Occidente e mettere al sicuro le catene di produzione. (Contropiano)

L’Asia accelera negli investimenti in apparecchiature per la produzione di chip necessari ad ogni ambito economico, da quello consumer a quello che vede protagoniste le tecnologie di punta. La Cina mantiene la posizione di leadership, ma pesano le restrizioni occidentali per gli approvvigionamenti di chip di nuova generazione. (Key4biz.it)

Gli Usa del presidente Biden studiano come eliminare hardware e software cinese e russo dalle nuove auto connesse (e a rischio hacking), la Cina lancia un missile balistico intercontinentale nel mare (Milano Finanza)