La guerra culturale genera la guerra armata

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L'HuffPost ESTERI

La guerra culturale genera prima o poi il mostro della guerra armata. L’attentato a Donald Trump è l’ultimo capitolo – quasi ovvio – della trasformazione dello scontro politico fondato sulle regole democratiche in scontro armato tra militanti delle fedi contrapposte: da una parte i cosiddetti “antifa”, con gli annessi e connessi delle esasperazioni controculturali volte a imporre singolari teorie e ad abbattere monumenti del passato, e, dall’altra, i tradizionalisti religiosi e laici protesi a difendere le loro credenze integraliste e il loro stile di vita fondato sull’America d’altri tempi, che rifiuta pluralismo e multiculturalismo (L'HuffPost)

Ne parlano anche altre testate

La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Incantano l'elettorato con mirabolanti promesse, sistematicamente disattese, e aggirano persino l'esito dei referendum. (La Pressa)

“Tutti voi dovete afferrare la verità: il potere politico nasce dalla canna di un fucile”. Mao Tse Tung (La Stampa)

La domenica si risveglia nel sangue che scorre, nel sangue che potrebbe scorrere. Sparano a Trump in America, piovono bombe sugl’innocenti di Gaza, si paventano missili russi sulle capitali europee. È la sconfitta della ragione, l’estremismo dell’incoscienza, la perdita d’ogni senso del limite. (malpensa24.it)

Ma sicuri che neutralizzarli, ovvero toglierli di mezzo, a colpi di pugnale, pistola o fucile sia una extrema ratio giustificabile – va da sé, a denti stretti e non apertamente – dal punto di vista di chi tiene alla democrazia e se ne erge a custode? Tra uccisioni e attentanti l’elenco dei leader populisti mandati al creatore o fortunosamente sopravvissuti ai tentativi d’accopparli lascia pensare. (ilmessaggero.it)