Meraviglia e rovine: le lacrime di Beirut
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“Oggi la mamma è morta”: con questa citazione da Camus si apre la striscia che il vignettista Kerbaj dedicava anni fa al suo rapporto con Beirut, madre sorella amante e molto di più. L’immagine sotto quella didascalia raffigura il rudere del cinema “L’Oeuf”, edificio simbolo mai finito e crivellato dai mortai durante la guerra civile … (Il Fatto Quotidiano)
Su altre testate
Le bombe a 50 metri dal convento, la strage di civili, l'ordine di evacuazione. Fra Toufic Bou Merhi racconta a Tempi la «terribile» fuga da Tiro: «Che cosa abbiamo fatto per meritare una punizione così?» (Tempi.it)
Il lungomare dello struscio e delle coppiette, una delle strade più chic del Medio Oriente è diventato l’ultimo luogo sicuro di chi è dovuto scappare da Sud. «Dormiremo ancora in strada questa notte, abbiamo chiesto aiuto ma sia le scuole che le moschee sono piene ormai». (Corriere della Sera)
In un ribaltamento storico, migliaia di libanesi e siriani cercano oggi rifugio in una Siria instabile, segnando un drammatico cambio di direzione rispetto agli anni passati, quando erano i siriani a cercare scampo in Libano. (Inside Over)
Oltre al numero di vittime già molto alto registrato nei primi giorni di offensiva, a testimoniare il disastro umanitario che rischia di innescarsi in Libano è anche il dato sugli sfollati: già 1 milione sono le persone che hanno abbandonato le proprie abitazioni, compresi 300mila bambini secondo l’Unicef. (Il Fatto Quotidiano)
La prima cosa bella di mercoledì 2 ottobre 2024 è Beirut, città di cicatrici, protesi e con la cartella clinica di un morente che tuttavia non muore mai. Finché muore. (la Repubblica)
La popolare suor Hind (chiamata Ennet a San Gimignano) è dell’ordine religioso di Santa Marta creato dal vescovo ligure Tommaso Regio. Ha paura, tanta paura per i bombardamenti continui a Beirut. (LA NAZIONE)