Vi spieghiamo perché Paolo Conte può (e deve) cantare e suonare alla Scala
Paolo Conte si esibirà il 19 febbraio al Teatro alla Scala di Milano, presentando una scaletta ad hoc con il suo ensemble di strumentisti. Nonostante lo spessore di questo Artista e il tutto esaurito, però, a qualcuno la scelta di un concerto di Conte in un luogo d’eccellenza della musica lirica e classica non è andata giù. Il prossimo 19 febbraio il cartellone dei Concerti Straordinari del Teatro alla Scala di Milano si apre con un evento fuori dagli schemi della consueta musica lirica e classica. (greenMe.it)
Su altri giornali
Già, perché in uno come Paolo Conte il tanto discettare di questi giorni sulla sacralità della Scala e sulla sua tanto temuta profanazione a colpi di nasi tristi e cravatte sbagliate non può non aver portato un po’ di buonumore. (IL GIORNO)
Non è la prima volta che il tempio della lirica accoglie artisti provenienti da tradizioni diverse da quelle del canone classico, ma è la prima volta che sceglie un italiano, quale riconoscimento del livello raggiunto nel panorama musicale italiano e internazionale. (La Nuova Provincia - Asti)
Il concerto che Paolo Conte farà domani alla Scala di Milano sta suscitando un vivace dibattito: è opportuno che un cantautore, per quanto sofisticato, si esibisca nel tempio della musica classica? (L'HuffPost)
A 86 anni il cantautore, una carriera onesta di gloria e clamorosi capolavori (basta dire Azzurro?) sulle spalle, stasera debutta alla Scala. Che il mondo della musica riesca a dividersi su Paolo Conte è un segno dei (brutti) tempi che viviamo. (la Repubblica)
Alla Scala sta per debuttare Paolo Conte, primo cantautore italiano a salirne il palcoscenico. Dopo le polemiche (profanazione o omaggio? al pubblico l'ardua sentenza), parla la musica. (ilmessaggero.it)
Suonare alla Scala: se le porte del tempio italiano della lirica e della sinfonica si erano già aperte per il jazz di Keith Jarrett, è giusto allora che le stesse porte si aprano anche per il più jazz dei nostri cantautori, Paolo Conte (La Stampa)