Palermo, stupro del Foro Italico: la sentenza e le condanne del ‘branco’
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Le decisioni della Corte PALERMO – Una delle pagine più dure della recente cronaca palermitana iniziò bevendo cicchetti di alcol nella bolgia della Vucciria e finisce con le condanne. Che sono, però, meno pesanti delle richieste. Perché dopo avere buttato giù “sette shottini di sambuca e un bicchiere di amaro uno di fila all’altro” il branco di sette giovani si spostò nel cantiere abbandonato al Foro Italico dove avrebbe stuprato una ragazza di 19 anni. (Livesicilia.it)
La notizia riportata su altri media
Lo stupro venne ripreso con un cellulare dal maggiore degli imputati, Angelo Flores, che con la ragazza aveva avuto una relazione. Fu la stessa vittima, poco dopo gli abusi, a denunciare il fatto ai carabinieri. (Giornale di Sicilia)
I giudici hanno condannato anche i sei imputati maggiorenni a pene inferiori di quella inflitta all’unico ragazzo che erano minorenne quando trascinarono una ragazza ubriaca in un capannone per stuprarla a turno. (Il Fatto Quotidiano)
Lo sentenzia il presidente del collegio Roberto Murgia che oggi pomeriggio ha condannato per violenza sessuale aggravata Flores a 7 anni, Di Trapani a 7 anni, Maronia a 7 anni, Barone a 6 anni e 4 mesi, Arnao a 7 anni e La Grassa a 4 anni. (Liberoquotidiano.it)
Quattro hanno avuto 7 anni Per la violenza è già stato condannato dal gup dei minori, a 8 anni e 8 mesi, l'unico del "branco" che al momento dei fatti non aveva ancora compiuto 18 anni. (Tiscali Notizie)
A distanza di poco più di un anno dalla vicenda, è arrivata la sentenza per lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo nella notte tra il 6 il 7 luglio 2023 in un cantiere abbandonato al Foro Italico: i giudici hanno condannato tutti gli imputati maggiorenni, ma a pene inferiori rispetto a quella inflitta all’unico ragazzo che era minorenne all'epoca dei fatti. (Il Giornale d'Italia)
E per questo motivo i pm Giulia Amodeo, Monica Guzzardi e Mario Calabrese hanno chiesto di rinvio a giudizio per Angelo Flores, 23 anni, ritenuto il cameraman del branco per avere documentato con il suo telefonino tutte le fasi della violenza. (Giornale di Sicilia)